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Milano, ragazzino trovato morto asfissiato. La famiglia: “Vittima del blackout, un gioco suicida”

Un ragazzino di 14 anni, Igor Maj, è stato trovato morto asfissiato nella casa di famiglia a Milano. Igor, appassionato di arrampicata, è stato trovato con una corda da roccia stretta attorno al collo. All’inizio si è pensato a un suicidio, ma secondo la famiglia il ragazzo avrebbe partecipato al Blackout challenge, una pratica molto pericolosa, diffusa anche sul web, che consiste nel soffocarsi da soli fino ad arrivare alle soglie dello svenimento.
A cura di Francesco Loiacono
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Igor Maj, il ragazzo trovato morto a Milano (Foto: Pareti.it)
Igor Maj, il ragazzo trovato morto a Milano (Foto: Pareti.it)

Un ragazzino di 14 anni, Igor Maj, è stato trovato morto asfissiato nell'appartamento in cui viveva con la sua famiglia nella zona di viale Corsica, alla periferia di Milano. Il decesso risale allo scorso giovedì 6 settembre, ma la notizia si è diffusa solo due giorni fa, dopo che i genitori hanno affidato al sito "pareti.it", portale di riferimento per gli appassionati di scalate, uno straziante messaggio che fa luce sulle cause della morte. Igor è stato trovato con una corda da roccia – era appassionato di arrampicate come il padre – stretta attorno al collo: è morto per asfissia, in quello che all'inizio è apparso come un suicidio, per quanto strano. È con questa ipotesi che i carabinieri e la procura dei minorenni hanno iniziato a indagare. Per la famiglia, però, dietro il suicidio si nasconderebbe altro: Igor, secondo quanto ha riferito la famiglia, si sarebbe lasciato coinvolgere dal "blackout challenge", una pratica (chiamarlo gioco sarebbe errato) molto pericolosa che consiste nel soffocarsi progressivamente fino a raggiungere le soglie dello svenimento. Igor non sarebbe riuscito a fermarsi in tempo, morendo soffocato.

Cos'è il blackout challenge

La pratica del blackout challenge, come scriveva già un anno fa Francesco Floris su "Linkiesta", non è recente. In un articolo apparso nel 2008 sul Washington Post Robert L. Tobin, ricercatore statunitense del National Centre for Injury Prevention and Control, spiegava che era diffuso già diversi decenni fa: "Giochi simili sono stati praticati per generazioni – precisava Tobin – probabilmente il fattore nuovo è che vengono praticati in solitudine e i fattori di rischio o la probabilità di morire aumentano proprio per questa ragione". A differenza del "Blue whale", il cosiddetto "gioco" del suicidio la cui psicosi si è diffusa dopo un servizio giornalistico della trasmissione tv "Le Iene", il blackout challenge (conosciuto anche con altri nomi) sarebbe dunque una prova estrema che era già praticata nella società americana, ma che a causa di internet e dei social network ha trovato una nuova dimensione per diffondersi.

Il messaggio della famiglia di Igor

La famiglia di Igor, che lascia papà, mamma e due fratellini, ha voluto diffondere un messaggio agli altri genitori: "Fate il più possibile per far capire ai vostri figli che possono SEMPRE parlare con voi, qualunque stronzata gli venga in mente di fare devono saper trovare in voi una sponda, una guida che li aiuti a capire se e quali rischi non hanno valutato. Noi pensiamo di averlo sempre fatto con Igor, eppure non è bastato. Quindi cercate di fare ancora di più, perché tutti i ragazzi nella loro adolescenza saranno accompagnati dal senso di onnipotenza che se da una parte gli permette di affrontare il mondo, dall’altra può essere fatale". Oggi a Milano si terranno i funerali del ragazzo.

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