Milano, primario Policlinico: “Tra 2 settimane chiuderemo l’ospedale in Fiera”. Ospitati 25 pazienti
Entro un paio di settimane l'ospedale allestito alla Fiera di Milano da Regione Lombardia potrebbe chiudere. A dirlo a Fanpage.it è stato il professor Antonio Pesenti, primario di Anestesia e rianimazione del Policlinico di Milano e responsabile dell'Unità di crisi della Regione Lombardia per le terapie intensive. La struttura, costata 21 milioni di euro e che a regime potrebbe accogliere 205 pazienti in terapia intensiva, ha ospitato finora soltanto 25 degenti. Il continuo calo dei ricoveri in terapia intensiva anche in Lombardia, regione che resta la più colpita dal coronavirus, potrebbe portare presto alla chiusura di quella che Guido Bertolaso, chiamato da Attilio Fontana proprio come consulente per l'ospedale, aveva definito "un'astronave che i medici non riescono a digerire", ma che di fatto non è mai decollata.
L'ospedale in Fiera: un grande flop o una scialuppa di salvataggio?
Per molti l'ospedale allestito in due padiglioni di Fiera Milano al Portello è un flop, il simbolo dell'errata gestione dell'emergenza sanitaria da parte di Regione Lombardia. Si è puntato ancora una volta sugli ospedali, senza capire che il virus lo si poteva arginare anche e soprattutto potenziando il sistema di medicina territoriale. Per il professor Pesenti, tuttavia, non è così, e lo spiega con una metafora: "Ha mai preso un traghetto? Sui traghetti ci sono le scialuppe di salvataggio. Che senso ha avere delle scialuppe di salvataggio? Noi abbiamo chiesto di avere a disposizione dei letti nel caso l'epidemia avesse continuato a crescere. Al 10 di marzo – spiega il professore, intervistato da Fanpage.it – nessuno poteva prevedere dove si sarebbe fermata l'epidemia. Sa che c'erano delle previsioni catastrofiche: fino a 140mila posti di terapia intensiva occupati in Italia. Noi siamo soltanto dei medici, – prosegue Pesenti – e davanti al continuo aumento della richiesta di posti letto abbiamo chiesto alla Direzione sanità della Lombardia di trovare delle soluzioni. Come hanno fatto i cinesi, gli inglesi, gli spagnoli: preparare delle terapie intensive di emergenza".
Nel futuro dell'ospedale anche l'ipotesi smantellamento
La scialuppa di salvataggio ad oggi non è stata necessaria: "Fortunatamente il 6 aprile, il giorno in cui la Fiera è stata consegnata, il numero dei ricoveri ha iniziato a scendere", dice Pesenti. Ancora ieri "in tutta la regione abbiamo ricoverato 10 pazienti e ne abbiamo dimessi 13, quindi il numero di terapie intensive continua a scendere". Un dato sicuramente positivo, ma che pone un grosso interrogativo su quello che sarà il futuro dell'ospedale in Fiera. Un futuro che, tra le varie ipotesi, contempla anche quella della completa dismissione della "astronave" di Bertolaso: "Penso che noi a breve chiuderemo le attività della fiera se le cose vanno avanti così – dice Pesenti -. E per breve intendo entro un paio di settimane. Il Governo sta preparando un decreto per cui le regioni devono avere una scorta di posti in terapia intensiva. Se la Fiera corrisponderà ai requisiti che il Governo chiederà resterà in piedi, se non corrisponderà verrà chiusa o smantellata, quello che c'è dentro verrà impiegato in altri ospedali o altre attività di assistenza". Ma di certo i costi per l'allestimento e la sanificazione degli spazi, in quest'ultimo caso, non saranno recuperati.
(Intervista di Carla Falzone)