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Per Bertolaso l’ospedale flop a Fiera Milano è “un’astronave che i medici non riescono a digerire”

Il criticato ospedale alla Fiera di Milano, costato 21 milioni di euro e che al momento ospita solo 14 pazienti, è “un’astronave” che la classe medica non ha digerito perché “non è abituata ai cambiamenti”. Sono parole di Guido Bertolaso, ex capo della protezione civile e consulente del governatore lombardo Attilio Fontana per l’emergenza coronavirus. Di fronte alle polemiche per la maxi struttura che rimane sotto utilizzata nonostante il costo non sembra esserci spazio per l’autocritica.
A cura di Simone Gorla
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"Il centro realizzato alla Fiera di Milano è un'astronave rispetto ai normali ospedali. È dotato di tecnologie all'avanguardia". Sono parole di Guido Bertolaso, consulente per l'emergenza coronavirus del presidente lombardo Attilio Fontana. In una dichiarazione rilasciata a Civitanova, nelle Marche, dove è in costruzione una struttura simile a quella milanese, l'ex capo della protezione civile ha risposto così alle polemiche sull'ospedale di cui ha coordinato l'allestimento, costato 21 milioni di euro (di donazioni private) ma dove al momento sono ricoverati pochissimi pazienti.

L'ospedale alla Fiera di Milano è un flop, ma Bertolaso attacca i medici

Il progetto è stato criticato da medici e addetti ai lavori che hanno spiegato come il centro sia sì dotato di terapia intensiva, ma privo delle altre strutture fondamentali per la vita di un ospedale. "Essendo una novità è normale che la classe medica non l'abbia ancora digerita, dato che non è abituata ai cambiamenti", è la risposta di Bertolaso. "Ad oggi mi risultano ricoverati nella struttura di Milano 14 pazienti, ma è normale che ci siano le polemiche quando si fanno cose in tempi rapidi, fatte bene e se portano anche un nome e un cognome", ha insistito Bertolaso.

La struttura doveva avere 500 posti, ma i pazienti sono solo 14

Nessuna autocritica, niente da rivedere, ma anzi sarebbero i medici a non aver capito la novità. Ma i numeri parlano chiaro. Nel mese di marzo, quando i contagi da coronavirus aumentavano in modo vertiginoso e i posti in terapia intensiva non bastavano per curare tutti, la giunta regionale ha annunciato che avrebbe realizzato in 6 giorni una struttura da 500 posti. I tempi sono stati più lunghi, ma soprattutto i letti messi a disposizione sono un numero bassissimo rispetto alle premesse e alle promesse, ribadite anche nel corso della faraonica presentazione alla stampa. Al momento i posti letto disponibili e in funzione sono una cinquantina nel Padiglione 1 mentre i lavori al Padiglione 2 continuano per mettere a disposizione nei prossimi giorni altri 104 posti.

I dubbi sul futuro del progetto

Mentre si termina l'allestimento delle stanze, il numero dei ricoverati in terapia intensiva in Lombardia, per fortuna, sta calando e gli ospedali nelle città più colpite iniziano a tirare il fiato. Questo rende inutile il grande hub della terapia intensiva in Fiera? È presto per dirlo. L'obiettivo della struttura è più a lungo termine quello di garantire uno spazio da usare se gli ospedali dovessero tornare ad affollarsi. E nessuno è realmente in grado di garantire che con la riapertura delle attività questo non accadrà. Ma al momento "l'astronave" di Bertolaso si sta rivelando ben poco utile. Resta un gioiello – ammesso che lo sia – che pochi possono utilizzare, mentre medici e infermieri in corsia si sacrificano da quasi due mesi.

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