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Milano, morta a 106 anni la partigiana Elena Rasera: nome di battaglia “Olga”

Si è spenta all’età di 106 anni la partigiana Elena Rasera, nome di battaglia “Olga”. Cresciuta in una famiglia antifascista, fu tra le donne protagoniste della Resistenza a Milano, prima con la sua attività all’interno della fabbrica Olap, dove entrò a 21 anni, e poi in clandestinità con l’incarico di capo servizio di collegamento e di diffusione della stampa clandestina.
A cura di Simone Gorla
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La partigiana Elena Rasera, nome di battaglia "Olga"
La partigiana Elena Rasera, nome di battaglia "Olga"

È morta questa mattina all'età di 106 anni la partigiana milanese Elena Rasera, nome di battaglia “Olga”. Milano piange un'altra protagonista della Resistenza, poche ore dopo l'annuncio della scomparsa della partigiana Lena D'Ambrosio all'età di 98 anni. La scorsa settimana ci aveva lasciati a 108 anni Emma Fighetti, la sarta "sovversiva" in prima linea nella lotta al regime nazi-fascista. Elena Rasera, da tempo in una casa di riposo per anziani, ha ricevuto la medaglia e il diploma di partigiana dal ministero della Difesa nella ricorrenza del settantesimo anniversario della liberazione. "Elena rimarrà sempre nei nostri cuori", ha scritto il presidente provinciale dell'Anpi di Milano, Roberto Cenati, dando la notizia della scomparsa.

Dalle battaglie in fabbrica alla Olap alla guerra in clandestinità

Di famiglia antifascista, Elena Rasera conobbe le battaglie sindacali nella fabbrica Olap, dove entrò nel 1935 all'età 21 anni dopo essersi trasferita a Milano dal suo paese di Santa Giustina Bellunese. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Olap che contava 3000 operai di cui 1700 donne ed era un complesso tra i più importanti, per il particolare tipo di produzione legata alla guerra. Nell'inverno del 1943 Elena si occupa dell'organizzazione dei Gruppi di Difesa della Donna. Un compito, ricorda nella sua autobiografia che "nella fabbrica non era facile. Bisognava agire con oculatezza e molta prudenza. I gruppetti erano costituiti da due o tre operaie che a loro volta si collegavano con altri gruppetti. Si formava così una sorta di catena di Sant'Antonio. Intanto la stampa circolava”. Organizzò lo sciopero del marzo 1944 alla Olap al quale aderirono circa 500 donne. Nel corso dello sciopero, dopo aver tolto la corrente, furono prima le donne a uscire proteggendo gli uomini che erano più esposti agli arresti ed alle rappresaglie. Verso la metà dell'ottobre 1944, a seguito del ritrovamento di armi alla Olap da parte dei fascisti, vi furono sette morti ed una ventina di arresti. Elena entrò allora in clandestinità con l'incarico di capo servizio di collegamento e di diffusione della stampa clandestina e diventò responsabile della zona che comprendeva il tratto da Porta Venezia a Rogoredo, facendo capo alla Olap, alla Saffa, alla Bianchi, alla Innocenti.

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