Milano, la struttura per la quarantena all’aeroporto di Linate chiusa dopo meno di un mese

Dal 16 marzo al 15 aprile. È durato meno di un mese l'utilizzo di una struttura del comando dell'Aeronautica militare all'aeroporto di Milano Linate, da impiegate per le quarantene di persone venute a stretto contatto con positivi al Covid-19, e quindi potenzialmente contagiate (e contagiose). Inaugurata lo scorso 16 marzo, la struttura ha cessato la propria operatività il 15 aprile, come comunicato da una mail della Croce rossa che Fanpage.it ha potuto visionare: "Si comunica che oggi 15/04/2020, a seguito della fine del periodo di quarantena degli ospiti, è l'ultimo giorno di operatività del servizio di supporto sanitario presso la Base Aeronautica di Milano Linate. Cessa pertanto l'esigenza di personale e mezzi per l'attività dianzi citata". "Sono rimasta basita", racconta a Fanpage.it una volontaria della Cri che ha prestato servizio all'interno della struttura. "Mi sembra uno spreco di risorse ed energie – dice Cristina, – ci eravamo finalmente organizzati e nelle ultime settimane tutto ormai funzionava alla perfezione. Ma una volta che la macchina è stata rodata hanno chiuso tutto… capisce che è stata un po' una delusione per chi ci ha messo tanto impegno per farlo funzionare".
In Lombardia sono 23.733 (e in aumento) le persone in isolamento domiciliare
La storia della base dell'aeronautica di Linate è un piccolo tassello nel racconto dell'emergenza Coronavirus e della sua gestione in Lombardia. Un racconto che ci dice che al 22 aprile, in tutta la regione, sono 23.733 le persone in isolamento domiciliare, in aumento di 411 unità rispetto al giorno precedente. "Credo che molte persone abbiano bisogno di fare la quarantena in un ambiente protetto", dice Cristina. Una convinzione ribadita anche dai medici di medicina generale, secondo cui proprio le difficoltà nell'isolamento domiciliare di chi magari vive in case piccole senza ambienti separati (condizione fondamentale per una corretta quarantena) potrebbe essere una delle cause del mancato rallentamento dei contagi a Milano, dove i numeri dei positivi continuano a crescere: "In generale i contagi che avvengono dopo il lockdown sono riconducibili a nuclei famigliari o case in cui ci sono più conviventi, perché l'isolamento non è sempre facile da mettere in atto – aveva spiegato Paola Pedrini, segretaria regionale Fimmg Lombardia -. Non tutti hanno degli appartamenti così grandi o un secondo bagno".
La gestione delle quarantene è una delle criticità dell'emergenza
Il tema dell'importanza dell'isolamento domiciliare era stato posto negli scorsi giorni anche dall'assessore all'Urbanistica di Milano Piefrancesco Maran, che si era anche chiesto come mai i posti individuati, ad esempio all'hotel Michelangelo di Milano, non fossero mai stati completamente riempiti. Una mancanza che sembra sarà colmata nelle prossime settimane, anche a fronte del numero sempre maggiore di persone dimesse dagli ospedali, ma che necessitano di isolamento. "Continuo a ritenere che il tema della gestione delle quarantene sia uno dei punti fondamentali di oggi e dei prossimi mesi", ha affermato Maran. Sulle degenze di sorveglianza punta anche la giunta lombarda, che lo scorso 30 marzo ha stanziato 11 milioni di euro: sono 991 i posti attivati, ha spiegato lo scorso 17 aprile in un'audizione l'assessore al Welfare Giulio Gallera, 276 dei quali a Milano. Quanto accaduto a Linate, con una struttura perfettamente adeguata che però non ha mai funzionato a pieno regime – i 54 posti non sono mai stati riempiti – e che adesso ha addirittura sospeso il servizio, fa sorgere però più di un interrogativo: perché puntare sull'individuazione di altre strutture – come alberghi – e non su una già pronta? Possibile che non servano altri posti per le quarantene? Dai dati milanesi, e soprattutto dalle previsioni per le prossime settimane, non sembra.