Milano, interrogato l’uomo che ha ammazzato il figlio di due anni: “Non credevo che l’avrei ucciso”
"L'ho picchiato, poi l'ho visto morto, non credevo che l'avrei ucciso". Aljica Hrustic, il 25enne di origini croate finito in manette per l'omicidio di suo figlio di 2 anni, ha ricostruito così davanti al pubblico ministero Giovanna Cavalleri quanto è accaduto la notte tra martedì e mercoledì nella casa di via Ricciarelli 22, nel quartiere di San Siro, a Milano. L'uomo ha di fatto confermato quanto già ammesso nella confessione davanti agli investigatori poco dopo l'arresto, spiegando di aver picchiato il piccolo Mehmed mentre dormiva. Nelle prossime ore sarà interrogato anche dal giudice per le indagini preliminari a San Vittore per la convalida del fermo e la misura cautelare. A breve sarà effettuata l'autopsia sul corpo che dovrà chiarire la causa della morte e se il bimbo fosse stato picchiato già nei giorni precedenti.
La confessione: L'ho ucciso in un momento di rabbia
"Sono stato io, è stato un momento di rabbia non riuscivo a dormire", aveva spiegato Hrustic nella serata di mercoledì, ammettendo anche di aver fatto uso hashish. "Non è stato in grado di spiegare precisamente cosa gli è venuto in mente in quel momento", ha chiarito il capo della Squadra Mobile, Lorenzo Bucossi. Era stato lo stesso 25enne a dare l'allarme attorno alle 6 di mattina di mercoledì 22 maggio, spiegando che il bambino faticava a respirare. All'arrivo dei poliziotti, però, in casa c'era solo la moglie, Silvjia Z., 23 anni, croata, con il corpo del piccolo senza vita. I soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare il decesso, mentre la donna, incinta e con cinque figli, ha subito accusato il marito. Dopo poche ore di ricerche gli agenti della Questura di Milano lo hanno trovato in un appartamento di via Manzano, in zona Giambellino, dove aveva trovato rifugio con altre due figlie. Alla vista degli uomini in divisa, Hrustic non ha opposto resistenza e nel successivo interrogatorio ha ammesso tutto.
La madre sentita come persona informata sui fatti
La madre del piccolo Mehmed è stata sentita dagli investigatori come persona informata sui fatti. Ha raccontato di non essere riuscita a impedire il pestaggio: "Ho cercato di fermarlo, ma non ce l'ho fatta, ha picchiato anche me. Quando fuma perde il controllo, va fuori di testa". Anche un parente, arrivato sul luogo dell'omicidio, ha riferito che Hrustic era una persona che arrivata facilmente alle mani: "È un tipo irascibile e violento, mi auguro che gli diano l’ergastolo per quello che ha fatto a suo figlio”.