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Milano, il figlio dell’anziano ucciso dal pirata della strada ubriaco: “È stato omicidio, non incidente”

Il figlio di Sandro Orlandi, l’anziano che sabato sera è stato travolto e ucciso a Milano da un pirata della strada che guidava ubriaco e con la patente sospesa, a cinque giorni dalla tragedia che ha coinvolto il genitore è tornato a parlare dell’accaduto: “Si tratta di omicidio, non di un incidente”, ha precisato al Corsera.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Il figlio di Sandro Orlandi, l'anziano travolto e ucciso da un pirata della strada a Milano, a cinque giorni dalla tragedia che ha coinvolto il genitore è tornato a parlarne, per non far spegnere i riflettori su quanto accaduto. Dalle colonne del "Corriere della sera" l'uomo, il 62enne Massimo Orlandi, ha tenuto a sottolineare soprattutto una cosa: "Si tratta di omicidio, non di un incidente. Omicidio stradale, certo, ma sempre omicidio. Credo che questo debba essere molto chiaro, in ogni sede di valutazione". A cinque giorni dalla morte del padre infatti il 62enne ha spiegato di aver iniziato a sentire in giro alcune affermazioni che sminuirebbero quanto accaduto, giustificando in qualche modo l'investitore e attribuendo parte della colpa all'anziano padre.

L'incidente sabato sera

L'incidente mortale in cui ha perso la vita l'88enne Sandro Orlandi è avvenuto attorno alle 20 di sabato in via Michelino da Besozzo, tra piazza Prealpi e piazzale Accursio. L'anziano, secondo quanto ricostruito finora, avrebbe attraversato la strada lontano dalle strisce, venendo travolto dall'auto guidata da un uomo di 44 anni, Alessandro Ghezzi. Il 44enne, che procedeva a velocità elevata, non si è fermato a prestare soccorso, ma è stato rintracciato dopo poche ore a casa. Ha rifiutato l'alcol test, ma il prelievo a cui è stato sottoposto ha rivelato che stava guidando sotto l'effetto di alcol. Per di più, era alla guida della sua auto nonostante la patente gli fosse stata sospesa. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di omicidio stradale. A rappresentare il figlio della vittima nell'inchiesta della magistratura è l’avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl, Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità: "Abbiamo fiducia nella magistratura, sia nelle prossime fasi quando sarà esaminata la richiesta dei domiciliari, perché parliamo di un soggetto pericoloso che potrebbe reiterare il reato, sia più avanti a processo quando chiederemo il massimo della pena considerati gli elementi emersi dalle indagini", ha detto il legale.

Al di là di quello che potrà accertare la magistratura, il figlio dell'88enne deceduto è sicuro di una cosa, che non potrà perdonare l'investitore del padre: "Quella persona non si è fermata. Non ha avuto un lampo di coscienza, non è scesa per capire come stesse papà, non ha chiamato i soccorsi – ha detto l'uomo al cronista del Corsera – Se quella persona dovesse chiedere scusa, io mi prenderei un minuto di tempo, ricorderei la patente scaduta, l’assicurazione assente, la corsa a ottanta all’ora, l’omissione di soccorso, convinto che, con questa premessa, quella domanda non verrebbe fatta. Perché non avrebbe senso".

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