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Milano, il bimbo caduto dalle scale a scuola resta gravissimo. La madre: “Lasciato da solo”

Sono ancora gravissime le condizioni del bimbo di cinque anni che ieri mattina è precipitato nella tromba delle scale della sua scuola elementare, a Milano. Il piccolo è ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale Niguarda: la prognosi resta riservata. La madre del bimbo si è sfogata: “Perché mio figlio è stato lasciato da solo?”. Domanda a cui cercherà di rispondere anche la procura, che indaga per omessa sorveglianza.
A cura di Francesco Loiacono
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La scuola Pirelli, in cui è avvenuto il tragico incidente (Foto Simone Giancristofaro/Fanpage.it)
La scuola Pirelli, in cui è avvenuto il tragico incidente (Foto Simone Giancristofaro/Fanpage.it)

Restano molto gravi le condizioni del bimbo di cinque anni che ieri mattina è caduto dalle scale nella scuola elementare G.B. Pirelli a Milano. Dall'ospedale Niguarda, dove il piccolo è ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Neurorianimazione, spiegano che le condizioni del bambino restano critiche. Non ci sono stati ancora, purtroppo, miglioramenti rispetto a ieri: il bimbo, precipitato per oltre dieci metri nella tromba delle scale della scuola primaria, cadendo aveva riportato un severo trauma cranico, una serie di lesioni agli organi interni e diverse fratture al bacino. Trasportato d'urgenza in ospedale, i medici del Niguarda lo hanno subito operato per ridurre la pressione cranica: "Le condizioni sono molto gravi e la prognosi resta riservata", spiegano dall'ospedale.

La procura indaga per omessa sorveglianza

L'attenzione e le speranze di tutti sono naturalmente concentrate proprio sulle condizioni del piccolo, con l'auspicio che possa riprendersi dall'impressionante caduta. Ma, specie tra i genitori della scuola Pirelli e non solo, inizia anche a montare la polemica, incentrata su un'unica domanda: perché il bimbo, che frequenta la prima elementare, era da solo? Una domanda che assilla soprattutto la madre del piccolo, che al "Corriere della sera" ha : "Come è possibile che questi bambini stiano in corridoio da soli, e all’ultimo piano di un edificio, se non hanno ancora sei anni, se sono in prima elementare? – ha detto la donna, arrivata in fretta e furia in via Goffredo da Bussero dopo aver saputo del tragico incidente – Noi genitori li affidiamo alla scuola. Con quale fiducia lo rimandiamo, adesso? Bisogna sempre arrivare a una tragedia per rispettare regole di buon senso?".  Domande alle quali cercherà di rispondere anche la procura di Milano, che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di omessa vigilanza. Ma domande che, forse, hanno già una risposta: le regole previste dalle scuole, tra cui la vigilanza dei bimbi quando escono dalle classi, sono difficili da rispettare se non c'è abbastanza personale. Stando a quanto ricostruito finora dai carabinieri della compagnia di Porta Magenta il bimbo era uscito dalla sua classe, al secondo piano dell'edificio, per andare in bagno. Sulla via del ritorno, mentre nessuno lo sorvegliava, si sarebbe fermato nei pressi della ringhiera, che sarebbe alta abbastanza per impedire cadute accidentali. Il piccolo però avrebbe deciso di scavalcarla, forse per gioco: poi ha perso l'equilibrio ed è caduto fino al piano seminterrato. Adesso lotta tra la vita e la morte su di un letto d'ospedale.

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