Donna uccisa in agriturismo, fermato un dipendente: rapina da pochi euro finita male
La Squadra Mobile di Milano ha fermato un uomo in relazione all'omicidio di Carla Quattri Bossi, la novantenne trovata morta ieri in un agriturismo nella periferia sud del capoluogo meneghino. Si tratterebbe, dalle prime informazioni, di un dipendente della struttura stessa, un cittadino di origine bulgara. L'ipotesi più accreditata è quella della rapina finita male: mancherebbero, infatti, dei soldi dalla stanza, pochi euro stando a quanto trapelato. Decisiva l'impronta di una scarpa, compatibile con quelle rinvenute sulla scena, ed i vestiti dell'uomo ritrovati in una lavatrice. In tarda notte sarebbe arrivata anche la confessione del dipendente della struttura. L'omicidio della donna aveva suscitato molta indignazione nelle scorse ore, per la brutalità con cui era avvenuto.
Dagli accertamenti, infatti, era emerso che la donna, madre del proprietario dell'agriturismo "Podere Ronchetto", avesse numerose ferite alla testa, coperta anche da una federa di cuscino, ed era stata legata ai polsi con un lenzuolo. A scoprire il corpo della donna era stata una segretaria in uno degli appartamenti in ristrutturazione dell'agriturismo stesso: la cascina al momento era infatti in fase di ristrutturazione per realizzare un'area per accogliere i camper di turisti. Nelle scorse ore, gli investigatori avevano sentito, oltre alla segretaria che aveva dato l'allarme, anche i figli della donna e i tre dipendenti che lavorano all'interno dell'agriturismo, tra cui il cittadino bulgaro (gli altri due sono ragazzi centroafricani).
L'ipotesi più accreditata è che la donna possa essere stata uccisa in un altro luogo e poi portata all'interno della cascina: lo dimostrerebbero le tracce di trascinamento del corpo ritrovate dagli inquirenti. Non è ancora chiara invece quale sia stata l'arma del delitto: si ipotizza un bastone o un martello, ma si lavora per analizzare barattoli e suppellettili sporche di sangue ritrovare sul posto.