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Milano, donna accoltellata alla gola da sconosciuto: “Aggressore incapace di intendere e di volere”

Secondo la perizia psichiatrica disposta dalla procura di Milano nei confronti di Chandra Rinku Deb, quest’ultimo era “incapace di intendere e di volere al momento del fatto”: il 30enne è accusato di tentato omicidio dopo aver colpito lo scorso agosto una donna in centro a Milano colpendola con una coccio di bottiglia alla gola.
A cura di Chiara Ammendola
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Incapace di intendere e di volere al momento del fatto: è questo il risultato della perizia psichiatrica effettuata sul 30enne di nazionalità bengalese Chandra Rinku Deb che il 12 agosto del 2019 ha aggredito in strada a Milano una donna ferendola alla gola e in varie parti del corpo con un coccio di bottiglia. Secondo la perizia disposta durante le indagini coordinate dal pm Enrico Pavone, è emersa anche la "pericolosità sociale" dell'uomo affetto da una psicosi attiva.

Pericolosità sociale a causa di una psicosi attiva

Durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto al giudice per le indagini preliminari di Milano Guido Salvini Chandra Rinku Deb raccontò di sentire una marea di voci nella testa e di non ricordare di aver aggredito una donna: "La mia mente è stata presa. Non sto per niente bene", aveva detto a poche ore dalla violenta aggressione. Ora il 30enne che dovrà rispondere dell'accusa di tentato omicidio sarà processato presumibilmente con il rito abbreviato: qualora dovesse essere riconosciuta l'infermità mentale, così come emerso dalla perizia, è probabile che Chandra Rinku Deb sia assolto per poi essere affidato da una Rems, una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza.

L'uomo fu lasciato solo in ospedale

L'aggressione ai danni della 64enne, avvenuta in largo La Foppa, zona centralissima di Milano del quartiere Garibaldi, scatenò anche una lunga serie di polemiche dovute al fatto che l'uomo che era stato protagonista di diversi episodi violenti la sera precedente all'aggressione, sia ai danni di un passante che in Questura, fosse stato lasciato solo: il 30enne infatti la sera prima era stato accompagnato all'ospedale Fatebenefratelli in ambulanza per essere sedato. Ma una volta in pronto soccorso, lasciato solo, è fuggito prima di essere sottoposto alla visita psichiatrica "a seguito della quale egli sarebbe stato certamente sedato e ha commesso", come sottolineato dal giudice. La 64enne, le cui condizioni apparvero inizialmente gravi, fu invece dimessa dall'ospedale con una prognosi di 35 giorni: i medici le avevano suturato le varie ferite da taglio al braccio sinistro, al collo, alla spalla e alla testa.

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