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Milano, corso Sempione e viale Certosa diventano zona 30: partono altri cantieri per le ciclabili

Milano diventa sempre più a misura di ciclisti. Da giovedì partono i lavori per rendere “zona 30” i controviali tra parco Sempione e il cimitero Maggiore, lungo corso Sempione e viale Certosa. Sempre giovedì iniziano i lavori per la nuova pista ciclabile “leggera” (cioè disegnata sull’asfalto, senza cordoli), che collegherà il quartiere Forlanini, Mecenate, Salomone, Ovidio con viale Molise e il resto della città. Critiche dell’Aci Milano: “Queste scelte produrranno code e spostamenti di volumi di traffico in zone adiacenti alle aree in cui non si potrà circolare a oltre 15 o 30 km all’ora”.
A cura di Francesco Loiacono
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I lavori per la ciclabile in corso Buenos Aires
I lavori per la ciclabile in corso Buenos Aires

Il Comune di Milano va avanti nella realizzazione dei 35 chilometri di piste ciclabili "leggere" previsti entro l'anno, una risposta al desiderio (e alla necessità) di una mobilità più dolce e sostenibile per il post Coronavirus. Da questa settimana, per la precisione da giovedì 25 giugno, partono due dei sette cantieri che saranno in funzione entro fine giugno. Il primo riguarda la zona compresa tra Parco Sempione e il Cimitero Maggiore, ossia corso Sempione e viale Certosa. Come annunciato dall'assessore alla Mobilità Marco Granelli, da giovedì partono i lavori per porre i controviali in zona 30 (cioè con il divieto per le auto di superare i 30 chilometri orari), in maniera che possano essere percorsi in sicurezza dai ciclisti. Sempre da giovedì, inoltre, partiranno i i lavori per realizzare l'itinerario ciclabile che collegherà il quartiere Forlanini, Mecenate, Salomone, Ovidio con viale Molise e il resto della città. Il tracciato, realizzato in segnaletica (ossia senza cordoli, ma solo con strisce sull'asfalto), percorrerà via Attilio Regolo e poi via Lombroso fino all'incrocio con viale Molise, dove nei controviali ci sarà il percorso che porta a Piola. Nel sottopasso, ha spiegato Granelli, saranno installati i catadriotti catarinfrangenti per maggiore visibilità, mentre agli incroci Regolo-Numibia e Lombroso-Varsavia saranno realizzate le case avanzate delle biciclette, uno spazio di frenata e sosta avanzato rispetto a quello delle auto per dare sicurezza a chi svolta a sinistra.

Non solo zone 30: anche aree pedonali e zone 15

Il proseguimento dei lavori per le ciclabili si accompagna anche ad altri interventi che il Comune sta realizzando per favorire una mobilità lenta, nell'ambito di quella strategia più complessiva delineata nel programma "Milano 2020". Tra i provvedimenti più recenti la pedonalizzazione serale di via Ascanio Sforza, sede della movida lungo il Naviglio Pavese, nuove zone 30 nelle vie Pacini, Andreoli, Venini, Marghera, Moscova, Ugo Bassi e la novità delle zone residenziali, che consentono al pedone la precedenza anche in carreggiata e dove il limite di velocità per i veicoli è fissato a 15 chilometri all'ora. Le prime quattro sono le vie Thaon de Revel, Rasori, Varanini e delle Leghe.

Le critiche di Aci Milano: Produrranno code e traffico nelle aree vicine

Se i ciclisti e i fautori di una mobilità sostenibile sono soddisfatti per il modo celere con cui Palazzo Marino sta proseguendo nel suo progetto (dopo la parziale realizzazione della ciclabile che collegherà San Babila con Sesto Marelli), non altrettanto lo si può dire per chi, in qualche modo, rappresenta il mondo dell'automobile, ossia l'Automobile club d'Italia, sezione di Milano: "L’eccessiva ‘mobilità lenta' non porterà benefici né alla qualità dell’aria, né al commercio al dettaglio – ha detto Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club Milano -. L’unico risultato che arriverà da queste scelte sarà quello di produrre code e spostamenti di volumi di traffico in zone adiacenti alle aree in cui non si potrà circolare a oltre 15 o 30 km all’ora. Sarebbe, ad esempio, più utile aumentare la presenza di agenti della Polizia Locale sulle strade a dirigere il traffico e a rendere più ordinata e quindi fluida la mobilità. Un’azione che garantirebbe anche un aumento del livello generale della sicurezza percepita". La Russa ha poi protestato per il mancato coinvolgimento dell'Automobile Club Milano nelle scelte del Comune: "Quasi a dire che la voce di chi utilizza un’auto, un furgone o anche una moto non interessa".

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