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Milano, bicicletta del bike sharing Ofo usata per consegnare cibo a domicilio

Una bicicletta del bike sharing Ofo utilizzata per effettuare le consegne di cibi a domicilio. È successo ieri sera in zona Solari, a Milano. Il ragazzino delle consegne ha legato la bici con un lucchetto personale, ha consegnato il suo ordine e poi è rimontato in sella alla due ruote. È solo l’ultimo (e più veniale) esempio di utilizzo improprio delle bici in condivisione “a flusso libero”.
A cura di Francesco Loiacono
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L'ultima frontiera dell'uso improprio delle biciclette del bike sharing "a flusso libero" a Milano sono le consegne a domicilio. È successo ieri sera, in zona Solari: un ragazzo che effettua le consegne per conto di uno dei tanti servizi di "food delivery" che impazzano in città è arrivato all'indirizzo a cui doveva consegnare a bordo della sua bicicletta gialla, una delle tante del bike sharing Ofo, quelle che si possono parcheggiare ovunque (purché non siano d'intralcio e siano utilizzabili dagli altri utenti). Poi l'ha legata utilizzando un lucchetto personale, in maniera che nessuno potesse prenotarla, è salito a consegnare il cibo che gli era stato ordinato a domicilio ed è quindi rimontato in sella alla sua due ruote. Probabilmente verso una nuova destinazione in cui effettuare un'altra consegna.

Un peccato veniale, rispetto agli indecorosi esempi degli scorsi giorni

La vicenda è a metà tra spirito di adattamento e inciviltà. Il ragazzo probabilmente non possiede una bici di sua proprietà e ha quindi pensato bene di sfruttare le Ofo, che saranno gratuite ancora per qualche giorno. Di certo, il comportamento del giovane è scorretto, in quanto tra le condizioni d'utilizzo delle bici gialle è espressamente vietato di legare le bici con lucchetti che non siano quelli elettronici, che si aprono e chiudono tramite l'app quando le bici vengono noleggiate o parcheggiate. A cospetto dei tanti esempi di utilizzo improprio che si sono visti a Milano e hinterland nei giorni passati, il peccato del ragazzino delle consegne sembra però quasi veniale e fa sorridere. E difatti (Ofo ci perdonerà) siamo rimasti il più possibile vaghi, per far sì che il ragazzino non venga riconosciuto. A lui, se ci legge, l'invito in futuro a utilizzare in maniera più consona il servizio di bike sharing.

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