Milano, attivisti del centro sociale Lambretta occupano una villetta in zona stazione Centrale
Attivisti del centro sociale Lambretta hanno occupato questa mattina una villetta abbandonata in zona Stazione Centrale, a Milano. L'edificio, che si trova in via Edolo 10, diventerà così il fulcro delle iniziative del collettivo, che nel corso della sua esistenza ha cambiato diversi domicili: "Oggi è stato restituito uno spazio alla nostra città – hanno commentato gli attivisti sulla propria pagina – Uno dei tanti edifici vuoti e inutilizzati di Milano ha ripreso vita per diventare luogo di socialità, scambio, confronto e inclusione". Il collettivo ha specificato che nello stabile saranno organizzate "iniziative e attività rivolte a tutti gli abitanti del quartiere e della città". Nella nuova sede del centro sociale troveranno spazio un’aula studio e una libreria, una palestra popolare e un bar a prezzi popolari. All'interno della villetta sarà allestita una cucina "in cui preparare cibo per chiunque ne abbia bisogno" e un magazzino per raccogliere vestiti e donazioni da ridistribuire ai bisognosi. Il Csoa Lambretta ha già redatto un programma per i primi giorni di vita del nuovo spazio: domani 1 dicembre, dopo il corteo contro i centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) si terrà una cena di presentazione del progetto "No place, no race", mentre domenica 2 dicembre ci sarà una sorta di "open day" per far conoscere il nuovo spazio a tutti coloro che lo vorranno visitare.
La storia del Lambretta
Il Lambretta è una realtà presente a Milano da anni. La prima sede furono delle villette Aler in piazza Ferravilla (Città studi), occupate nell'aprile 2012 e fino al 2014. Successivamente il collettivo si è trasferito in via Cornalia, sede in cui rimase fino a un drammatico incendio che pose fine a quell'esperienza. Il Lambretta ha successivamente occupato un ex studentato in via Canzio, poi liberato per consentire lavori di ristrutturazione che riportassero all'originaria funzione lo stabile, e poi una ex sala bingo in via Val Bogna, sgomberata a luglio di quest'anno col plauso di Matteo Salvini ma anche del Comune: la vicesindaco Anna Scavuzzo aveva infatti parlato di "cittadini del quartiere esasperati per il rumore e la confusione provocata dalle feste e dai ritrovi notturni in strada". Chissà come reagiranno le istituzioni di fronte a questa nuova occupazione.