Milano, 2 anni fa la morte del 13enne Haitam, intossicato in un incendio: “Non si è imparato nulla”
Due anni fa, il 14 febbraio del 2018, un incendio divampato all'interno di un palazzo di 14 piani in via Cogne, a Milano, causò la morte del piccolo Haitam Errafi, un ragazzino di soli 13 anni. Haitam abitava all'undicesimo piano, uno sopra a quello da cui partirono le fiamme. Cercò riparo all'interno della vasca da bagno di casa sua ma fu poi sopraffatto dai fumi prodotti dal rogo, morendo dopo un giorno. A due anni dalla tragedia di San Valentino è stato l'assessore del Municipio 8 Fabio Galesi, uno dei primi a intervenire all'epoca, a rivolgere un pensiero affettuoso al ragazzino, che era benvoluto da tutto il quartiere: "Oggi dovrebbe essere una giornata d'amore e felicità – ha scritto Galesi, assessore a Lavori pubblici, casa e sicurezza su Facebook -. Invece ritorno indietro di 2 anni e mi viene tristezza pensando alla tragedia di via Cogne! Un pensiero al piccolo Haitam!".
L'assessore Galesi: Da quella tragedia non si è imparato nulla
La tragedia di due anni fa, secondo Galesi, per certi versi non è servita a far aumentare l'attenzione sulla cultura della sicurezza e della prevenzione: "Non si è imparato nulla da quell'incendio e questa è la cosa che ti fa più rabbia – dice Galesi a Fanpage.it -. Ad esempio a Capodanno, nella torre di fronte, i ragazzini che vi abitano, che conoscevano Haitam ed erano andati anche al suo funerale, hanno avuto la bella idea di giocare con gli estintori e le pompe antincendio. Dopo una tragedia immensa in cui hanno perso l'amico, nonostante tutto lo hanno fatto".
L'inchiesta è finita con un'archiviazione
All'amarezza del ricordo si aggiunge la rabbia. E anche la delusione per come è finita la vicenda a livello giudiziario. Nessuno ha infatti pagato per la morte di Haitam. Le indagini della procura di Milano per omicidio colposo e incendio colposo si sono concluse con l'archiviazione della posizione di tutti gli indagati: "Alla fine l'incendio è partito da un alloggio, almeno le motivazioni del rogo dovevano emergere, ma così non è stato", dice l'assessore, che sottolinea come ad essere maggiormente amareggiata sia comprensibilmente la mamma di Haitam. La donna continua a vivere nel quartiere di Quarto Oggiaro con le altre due figlie: "Sta bene e si è instaurato un forte rapporto di amicizia. L'abbiamo anche coinvolta grazie a delle associazioni di volontariato, e ora aiuta altre persone nel quartiere". Era stato proprio a sua madre che Haitam si era rivolto poco prima di perdere i sensi a causa dei fumi provenienti dal piano di sotto: "Mamma ho paura, è tutto pieno di fumo" aveva detto nell'ultima telefonata il ragazzino, che soffriva di piccoli disturbi della personalità e quel giorno era rimasto fatalmente da solo in casa.
A ottobre si concluderanno i lavori di restauro della torre
La famiglia di Haitam non abita più nella torre di via Cogne, i cui piani superiori continuano a portare i segni di quanto accaduto: "L'unica cosa bella di questa vicenda è che la torre è in fase di ristrutturazione – conclude Galesi -. Una delle priorità del Comune (la torre di via Cogne è gestita da Mm, la municipalizzata che gestisce parte delle case popolari di Milano, ndr) è stata di ripristinare tutti quegli alloggi, dall'ottavo al tredicesimo piano, che hanno subito danni a causa dell'incendio". I lavori dovrebbero concludersi entro ottobre: togliere le impalcature e ripristinare la metà torre incendiata e vuota sarà come veder cadere la crosta di una ferita difficile da rimarginare.