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Mattarella sotto attacco, la Lega: “Sommergiamolo di tessere elettorali”. Sala: “Rimuovere le foto è vergognoso”

Nuova provocazione della Lega contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ritenuto il responsabile del prolungamento della crisi istituzionale in atto. Il segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi, che ieri aveva invitato i sindaci leghisti a rimuovere le foto di Mattarella dai loro uffici, ha chiesto a tutti gli elettori leghisti di restituire le loro tessere elettorali al Capo dello Stato: “Sommergiamo il Colle con le nostre tessere, a questo punto inutili”. Il Pd lombardo e tutti i sindaci di Milano dagli anni Settanta in poi (incluso l’ex leghista Formentini) si schierano in difesa di Mattarella.
A cura di Francesco Loiacono
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Nella situazione politica di questi ultimi giorni, in cui il tifo è più forte delle argomentazioni, la nuova figura attorno a cui si raccolgono le polarizzazioni dei "pro" e "contro" è diventata indubbiamente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Era probabilmente inevitabile, dopo la sua decisione di non accettare il ministro dell'Economia Paolo Savona, proposto dal costituendo governo Conte (targato Lega e Cinque stelle), che ha portato a un prolungamento della crisi istituzionale in atto dallo scorso 4 marzo, data delle ultime elezioni. La decisione di Mattarella di incaricare come presidente del Consiglio l'economista cremonese Carlo Cottarelli, l'ex "mister spending review", ha esasperato ulteriormente il clima politico di questi giorni, già molto teso. Se dal M5s in tanti (in primis il leader Luigi Di Maio), hanno paventato la possibilità di impeachment (la messa in stato d'accusa del Capo dello Stato), è dalla Lega che sono arrivate le iniziative più eclatanti contro Mattarella.

La nuova provocazione del Carroccio

Particolarmente attivo il segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi, deputato di lungo corso del Carroccio arrivato, con quella attuale, alla sua quarta legislatura. Dopo aver invitato i sindaci leghisti della Lombardia a rimuovere le foto di Mattarella dai propri uffici, oggi ha lanciato una nuova provocazione rivolta in questo caso a tutti gli elettori leghisti: "Restituiamo le nostre tessere elettorali a Mattarella, spedendole tutte la Quirinale – ha scritto su Facebook Grimoldi – Dato che il nostro voto dello scorso 4 marzo non è servito a nulla, visto che è stato invalidato dal presidente Mattarella che ha deciso di bloccare la nascita del nuovo Governo, del Governo espressione del voto, bocciando il nome scelto per il ministero dell’Economia, e dato che ormai a decidere chi deve governarci non sono i cittadini ma i soliti poteri forti di Berlino, Bruxelles ecc ecc… allora nelle prossime ore chiederemo ai cittadini, iniziando da quelli lombardi, di inviare le loro tessere elettorali al Quirinale: sommergiamo il Colle con le nostre tessere, a questo punto inutili, tanto a cosa serve votare se poi Mattarella decide in base a quello che gli ordinano i poteri forti?".

Pd e Sala in difesa di Mattarella

In difesa del Presidente della Repubblica è sceso in campo il Partito democratico e tutto il centrosinistra: "Facciamo sentire la nostra voce a difesa delle istituzioni e contro le vili aggressioni sui social network al Capo dello Stato – ha dichiarato il segretario regionale del Pd e senatore Alessandro Alfieri – Il Pd si schiera al fianco di Sergio Mattarella con presidi in programma oggi a partire dalle 18.30 davanti alle Prefetture delle province lombarde. A Milano l'iniziativa si terrà in Piazzale Cadorna". Duro, nella difesa di Mattarella, anche il sindaco di Milano Beppe Sala: "È proprio una tristezza – ha detto il primo cittadino a proposito della decisione di rimuovere le foto del Capo dello Stato da parte di alcuni sindaci – Vuol dire a mio avviso non aver capito qual è il ruolo del sindaco che invece deve essere garante del funzionamento delle istituzioni, per cui la trovo una cosa di una tristezza assoluta. E c'è anche un po' da vergognarsi".

Tutti i sindaci di Milano (anche il leghista Formentini) firmano per Mattarella

Sala non è stato l'unico sindaco di Milano a esprimere solidarietà e vicinanza a Mattarella. Con una singolare iniziativa, tutti i primi cittadini del capoluogo lombardo dagli anni Settanta fino ai giorni nostri, incluso l'ex leghista Marco Formentini, hanno infatti firmato un documento intitolato "Milano, l'Italia e l'Europa" in cui hanno espresso la propria solidarietà al Capo dello Stato. I socialisti Carlo Tognoli, Gianpaolo Pillitteri e Gianpiero Borghini, l'allora leghista Formentini, i due sindaci di centrodestra Gabriele Albertini e Letizia Moratti e i due primi cittadini di centrosinistra Giuliano Pisapia e Beppe Sala hanno sottoscritto un documento in cui, tra le altre cose, affermano di aver "sempre avuto come faro il rispetto delle istituzioni repubblicane e, prima di ogni altra, della Presidenza della Repubblica. Essenziale è sempre stato il suo ruolo di supremo garante dell'unità nazionale, compito insostituibile proprio per il lavoro dei rappresentanti degli ottomila comuni d'Italia. Per questo ci sentiamo in dovere di esprimere al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la più ampia ed incondizionata solidarietà e sostegno per l'azione di garanzia della Costituzione, dell'unità nazionale e degli impegni internazionali svolta durante tutto il periodo successivo alle recenti elezioni politiche. Al contempo, affermiamo con grande convinzione il nostro credo nei valori europei". I sindaci milanesi hanno aggiunto: "Ritenendo assolutamente sbagliato anche il solo mettere in dubbio la partecipazione del nostro Paese alla grande comunità europea, ribadiamo che Milano è e sarà sempre una città aperta e internazionale, rispettosa dei valori democratici e fiera di sentirsi profondamente italiana e europea. Milano non teme il cambiamento, anzi lo incoraggia, lo governa, lo vuole. Le istituzioni devono stare al passo con i tempi, vale per i Comuni, per le Regioni, per la Repubblica e vale anche per l'Unione Europea, che deve sapersi aggiornare per restare in sintonia autentica e visibile con i cittadini. Ma nulla si cambia in modo virtuoso agendo senza misura e senso di responsabilità, oggi più che mai".

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