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Maria Teresa, la donna morta dopo tre giorni di coma per una liposuzione: disposta l’autopsia

Si chiamava Maria Teresa Avallone la donna morta ieri a Monza dopo essere stata in coma per tre giorni a causa di complicanze prima di un intervento di chirurgia estetica. Maria Teresa, 39enne, doveva sottoporsi a un lipofilling ma subito dopo l’anestesia si è sentita male, finendo in arresto cardiaco e poi in coma profondo. Ieri mattina è stata dichiarata la morte cerebrale e la famiglia ha deciso di donare gli organi della 39enne. La procura ha indagato per omicidio colposo il medico che stava operando la 39enne: disposta l’autopsia sulla salma.
A cura di Francesco Loiacono
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Maria Teresa Avallone (Facebook)
Maria Teresa Avallone (Facebook)

"Bella", "Bellissima". Sono alcuni dei commenti più frequenti sotto le foto pubblicate sul profilo Facebook di Maria Teresa Avallone, la donna di 39 anni morta ieri all'ospedale San Gerardo dove era arrivata, in coma, nel pomeriggio di martedì. Fatale alla 39enne, originaria di Salerno ma trasferitasi anni fa a Desio, in provincia di Monza e Brianza, sarebbe stata l'anestesia prima di un intervento di chirurgia estetica. Maria Teresa martedì pomeriggio aveva preso appuntamento con un chirurgo plastico di Seregno, molto stimato nel suo campo, per un lipofilling: si tratta di un intervento che prevede l'autotrapianto di cellule adipose da una parte del corpo del paziente a un'altra, per rimodellare il corpo. Un'operazione chirurgica vera e propria ma piuttosto comune e semplice, tanto che per legge non è prevista la presenza di un anestesista. E difatti è stato lo stesso chirurgo che doveva effettuare l'intervento a fare l'iniezione con l'anestesia: ma in quel momento Maria Teresa si è sentita male, è finita in arresto cardiaco e poi in coma e non ha mai più ripreso conoscenza.

Ieri dichiarata la morte cerebrale per Maria Teresa

Quanto accaduto nei giorni successivi è sintetizzato nei freddi bollettini medici comunicati dall'ospedale San Gerardo di Monza: la paziente è rimasta senza ossigeno per troppo tempo e l'anossia ha provocato un danno cerebrale troppo grave, con un edema cerebrale che si è ingrandito e poi la comparsa di lesioni ischemiche diffuse. Ieri mattina i medici hanno dichiarato la morte cerebrale per la paziente, informando i famigliari – i genitori venuti da Salerno e il fratello che invece vive in Brianza. La famiglia, che non ha mai avuto reazioni scomposte e che forse non sapeva di quell'intervento al quale Maria Teresa si doveva sottoporre, ha scelto di donare gli organi della 39enne.

Disposta l'autopsia

Adesso sarà l'autopsia, disposta dal pubblico ministero di Monza Sara Mantovani, a chiarire cosa abbia provocato la morte di Maria Teresa. L'unico indagato, con la pesante accusa di omicidio colposo, è il medico che le ha praticato l'anestesia, professionista che ha comunque alle spalle molti interventi simili a quello a cui la donna si doveva sottoporre. I carabinieri del Nas già martedì avevano sequestrato l'attrezzatura utilizzata e messo i sigilli allo studio di medicina estetica dello specialista. Allora, pochi giorni fa, c'era ancora la speranza che Maria Teresa potesse riprendersi in qualche modo, anche se le sue condizioni non ne lasciavano intravedere la possibilità. Ora invece resta solo il dolore e la necessità di chiarire come sia potuta accadere una tragedia simile.

Chi era la vittima

Maria Teresa Avallone era impiegata all'ospedale San Raffaele come amministrativa. Su Facebook è sintetizzata una parte della sua vita: l'infanzia e la giovinezza a Salerno, gli studi prima al liceo classico e poi all'Università Federico II di Napoli e infine il trasferimento al Nord e il lavoro in ospedale. Anche il fratello viveva in Brianza, mentre i genitori sono rimasti a Salerno: sono arrivati al capezzale della figlia martedì e hanno probabilmente sperato fino all'ultimo in un miracolo che però non si è avverato.

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