Lombardia, nuove regole per test sierologici e tamponi: via libera a privati, tariffa di 62 euro
Regione Lombardia ha stabilito le nuove regole sui tamponi e i test sierologici, con una delibera approvata oggi dalla giunta di Attilio Fontana, aprendo alla possibilità per aziende e cittadini di rivolgersi a strutture private. Il documento sottolinea che "i test sierologici, secondo le indicazioni dell’Oms, non possono sostituire il test diagnostico molecolare su tampone, tuttavia possono fornire dati epidemiologici riguardo la circolazione virale nella popolazione anche lavorativa". Viene introdotto l'obbligo di quarantena e di effettuare il tampone per chi risulta positivo agli anticorpi. Sarà a carico del privato con tariffa di 62,89 euro.
Nuove regole per i test sierologici in Lombardia
Gli esami per rilevare la presenza di anticorpi Sars-Cov-2 potranno essere erogati dai laboratori pubblici e privati specializzati in microbiologia e virologia. Nel caso in cui lo screening si voglia effettuare in uno specifico ambito collettivo, come per esempio nel caso di un'azienda che decide di sottoporre i dipendenti alle analisi, va data comunicazione all'Ats e i costi non saranno a carico del Servizio sanitario regionale.
I tamponi per i positivi saranno a carico dei privati
Gallera ha chiarito che chi propone il test sierologico "deve occuparsi di tutto" e quindi "di acquisire i test sierologici, rapidi o con il prelievo ematico, di trovare il laboratorio che li processi, di spiegare al cittadino, al lavoratore o al membro della comunità a cui lo si fa che si tratta di un test volontario" e che se si risulta positivi "bisogna mettersi in isolamento 14 giorni". Dovranno essere garantiti anche i tamponi sui soggetti positivi agli anticorpi, perché questi test "non devono gravare sulla sanità pubblica".
La tariffa prevista è di 62,89 euro
"Ci sarà una tariffa di 62,89 euro" per le realtà, aziende o comunità che vogliono fare un'indagine per via privata, ha spiegato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera. Nella delibera regionale è stabilito come unico valore tariffario di riferimento l’importo "pari a 69,88 euro, prudenzialmente ridotto del 10% in considerazione del carattere aspecifico della prestazione di riferimento che viene determinata pertanto in euro 62,89". Le aziende potranno chiedere i test anche a laboratori esterni alla rete lombarda riconosciuti dal Ministero della Salute.
Quali test sono raccomandati
Nelle indicazioni che accompagnano il provvedimento si legge che "la qualità e l’affidabilità di un test dipendono in particolare dalle due caratteristiche di specificità e sensibilità, e pertanto, sebbene non sussistano in relazione ad esse obblighi di legge, è fortemente raccomandato l’utilizzo di test del tipo CLIA e/o ELISA che abbiano una specificità non inferiore al 95% e una sensibilità non inferiore al 90%, al fine di ridurre il numero di risultati falsi positivi e falsi negativi. Al di sotto di tali soglie, l’affidabilità del risultato ottenuto non è adeguata alle finalità per cui i test vengono eseguiti".
Critiche da Pd e M5S: Responsabilità scaricata su aziende
"Fino a ieri il motivo per cui non si poteva procedere con lo screening sierologico era l’assenza di reagenti sufficienti a sottoporre a tampone gli eventuali positivi. Nella delibera si legge però che i privati dovranno essere in grado di provvedere a questa esigenza", commenta il consigliere regionale Massimo De Rosa (Movimento 5 Stelle). "Significa che i privati sono in grado di sopperire alle mancanze della Giunta, oppure che tutto quello che hanno raccontato fino a ieri, non corrisponde alla verità?”. Critico anche il capodelegazione del Pd in commissione sanità del Consiglio regionale, Gian Antonio Girelli. "La Regione ha deciso di mettere tutta la responsabilità a carico delle aziende, lavandosene sostanzialmente le mani. In compenso, dà il via libera ai laboratori privati per fare tamponi a pagamento, quando da tempo denunciamo che se ne fanno troppo pochi anche alle persone con i sintomi, ai loro contatti, e alle persone più esposte, e ci è sempre stato risposto che il problema è la carenza di reagenti. Evidentemente non è così se da domani, chiunque, anche senza alcuna indicazione medica, pagando, potrà fare il tampone.”
Accordo Policlinico di Pavia-Diasorin: aperta un'inchiesta
L'apertura ai privati arriva dopo un percorso piuttosto accidentato. A metà aprile era stata avviata una prima sperimentazione frutto di un accordo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e l'azienda farmaceutica DiaSorin, da cui Regione Lombardia ha acquistato 500 mila kit per i mesi di maggio e giugno. Contro questo accorso un'azienda farmaceutica di Lodi ha avviato un'azione legale che ha portato all'apertura di un'inchiesta da parte della Procura di Milano, mentre è atteso il verdetto del Tar che già nelle scorse settimane aveva rilevato "precisi vantaggi economici e conseguente valore di mercato sottratto al confronto concorrenziale". Non sono mancate poi le polemiche sugli stop imposti ad amministratori e strutture sanitarie che hanno avviato indagini epidemiologiche autonome. Queste iniziative sono sempre state giudicate poco attendibili se non apertamente osteggiate dalle Ats.