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No del Governo allo stato di emergenza per maltempo e trombe d’aria: la rabbia di Regione Lombardia

Il governo non ha accolto la richiesta stato di emergenza avanzata dalla Lombardia per i danni provocati dal maltempo che ha colpito la regione tra il 25 luglio e il 13 agosto di quest’anno. I danni stimati dopo il passaggio di nubifragi e trombe d’aria ammontavano a oltre 207 milioni di euro, più altri 86 milioni relativi alle sole attività agricole. Tra le province la più colpita è Brescia, con quasi 125 milioni di euro di danni segnalati. L’assessore regionale al territorio Pietro Foroni ha definito la decisione “totalmente irricevibile”.
A cura di Simone Gorla
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Il governo non ha accolto la richiesta stato di emergenza avanzata dalla Lombardia per i danni provocati dal maltempo che ha colpito la regione tra il 25 luglio e il 13 agosto di quest'anno. Il Dipartimento centrale della Protezione civile ha respinto la richiesta inoltrata dalla Regione il 22 agosto scorso, all'indomani delle trombe d'aria che avevano colpito quasi tutte le province lombarde. "Gli eventi in argomento non sono tali da giustificare l'adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria", si legge nella lettera firmata dal capo dipartimento Angelo Borrelli, spiegando di ritenere che "gli stessi non siano ascrivibili alla tipologia di eventi contemplati" dalla normativa in materia. "Nello specifico i suddetti eventi, localizzati nel tempo e nello spazio – si legge ancora – non hanno richiesto l'adozione di misure di assistenza alla popolazione e di interventi urgenti non fronteggiabili a livello locale  benché abbiano generato comunque danni al patrimonio pubblico e privato, nonché alle attività economiche e produttive".

Maltempo: il governo dice no allo stato di emergenza per le trombe d'aria di luglio e agosto

I danni stimati da Palazzo Lombardia per il maltempo di questa ammontavano a oltre 207 milioni di euro, più altri 86 milioni relativi alle sole attività agricole. Tra le province la più colpita è Brescia, con quasi 125 milioni di euro di danni segnalati, seguita da Bergamo (oltre 26 milioni), Cremona (17 milioni) e Lodi (oltre 15 milioni). Il "no" allo stato di emergenza ha provocato l'ira dell'esecutivo regionale.  Per il governatore Attilio Fontana la decisione dell'esecutivo è "inaccettabile e incomprensibile". L'assessore al territorio Pietro Foroni ha definito la scelta di non dichiarare lo stato di emergenza "totalmente irricevibile" e affermato che "a fronte delle eccezionali manifestazioni di maltempo che, da più di un anno, stanno flagellando la nostra regione con una frequenza fuori del comune mi sarei aspettato dal Governo quantomeno un segnale di vicinanza e di solidarietà per le popolazioni messe così a dura prova". "Fino ad ora – ha aggiunto – il ‘sistema Lombardia' ha retto, facendo tantissimo sia dal punto di vista della prevenzione che dell'emergenza, con stanziamenti di decine di milioni per opere contro il dissesto idrogeologico, ma a questo punto la situazione sta divenendo economicamente insostenibile".

La rabbia della Regione: Ennesimo schiaffo alla Lombardia

Viviana Beccalossi, presidente del Gruppo Misto in Consiglio regionale, commentando la notizia parla di "ennesimo schiaffo alla Lombardia e in particolare alla provincia di Brescia" da parte di "un governo che prima non sblocca le opere per la messa in sicurezza del territorio e oggi snobba la legittima richiesta per i danni subiti è irresponsabile e pericoloso". La consigliere chiede inoltre di rimettere in cantiere le opere. "Un inizio – conclude – sarebbe ripristinare la struttura di Missione Italia sicura. Ho combattuto il premier Renzi su tanti fronti, ma quell'iniziativa poi smantellata aveva avuto il merito di portare il tema della sicurezza dal rischio idrogeologico nel dibattito politico, permettendo un dialogo e una programmazione con le regioni che si è di nuovo bloccata".

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