Lombardia, approvata la mozione della Lega contro la “teoria gender” nelle scuole
È stata approvata dal Consiglio regionale della Lombardia la mozione della Lega nord che chiede di contrastare la diffusione della presunta "teoria gender" nelle scuole lombarde. Il documento, votato a scrutinio segreto, è stato approvato da tutto il centrodestra mentre ha trovato la dura opposizione di Pd, Patto Civico e M5s, che già quando era stata presentata la mozione aveva sottolineato come le teorie gender non esistessero.
Approvata la mozione della Lega contro la "teoria gender" nelle scuole
Il Carroccio, promotore della mozione, ha spiegato che tramite il documento approvato si vuole chiedere alla giunta regionale di ritirare dalle scuole libri e materiale informativo che promuoverebbero queste teorie. In realtà, come già avvenuto a Venezia, il rischio concreto è che vengano proibiti libri per bambini che promuovono il rispetto delle differenze, la parità di genere e la tolleranza. Il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, che una settimana fa aveva organizzato un convegno dal titolo "Il gender va fermato", ha spiegato che la mozione vuole difendere l'idea che "il diritto di educare i figli alla sessualità spetti ai genitori e non alla scuola". Nel corso del convegno, ai microfoni di Fanpage, aveva spiegato che le presunte "teorie gender" "trasformano i bambini etero in omosessuali".
Dura l'opposizione: "Mozione ignorante e oscurantista"
Molto dure le critiche dell'opposizione: Lucia Castellano, ex assessore al Comune di Milano e consigliera di Patto Civico, ha detto che si tratta di "una mozione ignorante e oscurantista, che propina lo spauracchio di una inesistente teoria gender per colpire di fatto le unioni civili, la parità di genere, i diritti delle persone omosessuali. Un documento irricevibile". Sull'inutilità di una mozione contro una teoria inesistente, come peraltro sottolineato tempo fa dal ministro dell'Istruzione Stefani Giannini, sono intervenute anche la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi, del Pd, e la consigliera Cinquestelle Paola Rocchi, che ha parlato di "un'enorme montatura utile a fare terrorismo psicologico che confonde elementi come il rapporto tra sessi, la pianificazione familiare, l'educazione sessuale a scuole e le nuove famiglie Lgbt che meritano diritti".
Passa al contrattacco invece Rosaria Iardino, consigliera delegata alle Pari opportunità per la Città metropolitana di Milano e consigliera comunale Pd a Palazzo Marino, che preannuncia iniziative per vigilare contro possibili "censure" di "testi e libri giudicati scomodi".