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Lodi, l’ex sindaco del Pd Simone Uggetti condannato a 10 mesi per turbativa d’asta

L’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti, è stato condannato a dieci mesi di reclusione con pena sospesa per il reato di turbativa d’asta. L’ex primo cittadino del Pd era stato arrestato il 3 maggio del 2016 con l’accusa di aver pilotato l’affidamento di due piscine comunali scoperte verso la società Sporting Lodi. Dopo dieci giorni passati in carcere a San Vittore aveva ottenuto i domiciliari e poi era stato rimesso in libertà: “Ritengo di aver subìto un torto e un’ingiustizia”, ha detto Uggetti annunciando di voler presentare appello.
A cura di Francesco Loiacono
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A oltre due anni dal suo arresto è arrivata la sentenza di primo grado per Simone Uggetti, ex sindaco Pd di Lodi. L'ex primo cittadino è stato condannato a dieci mesi per turbativa d'asta in relazione al cosiddetto "caso piscine". A Uggetti è stata concessa la sospensione condizionale della pena: dovrà pagare anche una multa di 300 euro. All'uscita dal tribunale di Lodi le poche parole di Uggetti sono state: "Ritengo di aver subìto un torto e un'ingiustizia". L'ex sindaco ha già preannunciato che presenterà appello contro la decisione dei giudici.

La vicenda al centro del processo è l'affidamento per sei anni della gestione di due piscine comunali scoperte, la Belgiardino e l'Attilio Concardi. Stando alle accuse, partite dalla denuncia di una dipendente comunale, Uggetti avrebbe fatto redigere un bando "pilotato" a favore della società Sporting Lodi. L'ex consigliere della società, l'avvocato Cristiano Marini, è stato condannato a otto mesi. Sono invece stati condannati a sei mesi ciascuno il dirigente del Comune di Lodi responsabile del procedimento, Giuseppe Demuro, e l’ex presidente della Wasken Boys Luigi Pasquini: la sua società secondo l’accusa era interessata a condividere la gestione delle piscine dopo l'affidamento alla Sporting Lodi. Per tutti gli imputati il pubblico ministero aveva chiesto pene più alte.

L'arresto e le polemiche per le misure cautelari

Uggetti era stato arrestato il 3 maggio del 2016 dalla guardia di finanza mentre si recava in Comune. Il suo arresto aveva destato molto clamore anche per via della sua vicinanza politica a Lorenzo Guerini, all'epoca braccio destro dell'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ulteriori polemiche erano sorte per via della decisione del giudice per le indagini preliminari di spedire Uggetti in carcere, un provvedimento giudicato da molti esagerato. L'ex sindaco era rimasto a San Vittore per dieci giorni, prima di finire ai domiciliari. Solo agli inizi di giugno era tornato in libertà.

Uggetti: Non mi arrenderò

Dopo la sentenza Uggetti ha affidato le proprie riflessioni a un post su Facebook: "Non mi arrenderò – ha scritto l'ex primo cittadino, che dopo la bufera giudiziaria si autosospese e poi si dimise dall'incarico – Ringrazio la mia famiglia, i miei splendidi avvocati Pietro Gabriele Roveda e Adriano Raffaelli e i tantissimi amici conoscenti e persone che non conosco che in questi lunghissimi 2 anni 6 mesi e 23 giorni mi sono sempre stati vicini. Siete la mia forza inesauribile. Come il 3 maggio ripeto: ho sempre agito nell’esclusivo interesse della città. Il processo però è stato importante si è fatta luce sulla verità ora aspetto la giustizia".

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