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Lodi, arrestato il sindaco Simone Uggetti (Pd): è accusato di turbativa d’asta

Il sindaco di Lodi, Simone Uggetti del Pd, è stato arrestato con l’accusa di turbativa d’asta. Avrebbe favorito un consorzio di imprese per la gestione delle piscine pubbliche comunali, confezionando un bando ad hoc assieme a un consigliere della società favorita, l’avvocato Cristiano Marini, anche lui arrestato dalla guardia di finanza.
A cura di Francesco Loiacono
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Terremoto giudiziario a Lodi. Il sindaco della cittadina a sud di Milano, Simone Uggetti, è stato arrestato con l'accusa di turbativa d'asta. Il primo cittadino (esponente del Pd), secondo gli inquirenti, avrebbe favorito un consorzio di imprese per la gestione delle piscine comunali in riva all'Adda. In cambio, avrebbe ricevuto alcuni favori.

L'operazione è stata condotta dalla guardia di finanza, che nella mattinata ha acquisito alcuni documenti a Palazzo Broletto, sede del Comune. In manette, per le stesse accuse, è finito anche un avvocato della cittadina a sud di Milano, Cristiano Marini, consigliere della società sportiva Sporting Lodi che secondo le prime indiscrezioni sarebbe stata favorita dal primo cittadino. Al centro delle indagini della guardia di finanza ci sarebbe la gestione delle piscine scoperte di Lodi durante la stagione estiva: tutti e tre gli impianti cittadini sarebbero stati assegnati alla stessa società, circostanza che aveva suscitato proteste in città.

Lo scorso febbraio la visita di Renzi

Uggetti è stato eletto sindaco di Lodi nel 2013, succedendo a Lorenzo Guerini, alla guida del Comune per due mandati prima di divenire vicepresidente del Partito democratico. Nelle due giunte di Guerini Uggetti era stato assessore all'Ambiente, mobilità e urbanistica. Lo scorso febbraio una delle ultime passerelle pubbliche di Uggetti: assieme al presidente del Consiglio Matteo Renzi ha partecipato alla prima posa di un nuovo stabilimento di una ditta di cosmetici.

Il M5s: "Qualcuno ha voluto vederci chiaro"

Dopo la notizia dell'arresto del sindaco Uggetti sono arrivate le prime reazioni dal mondo della politica: "Qualcuno ha voluto vederci chiaro perché, come avevamo detto poche settimane fa, forse quei bandi non erano poi così trasparenti", è il commento apparso su Facebook sulla pagina del Movimento 5 stelle Lodi. Da Alessandro Di Battista tweet al vetriolo nei confronti di Lorenzo Guerini, di cui di fatto Uggetti era considerato il delfino: "Le votate o no le proposte del M5S anti-corruzione? O le votate o siete complici di questo schifo".

Critiche anche dalla Lega nord: "Non passa giorno per il Pd senza che arrivi un’indagine o un arresto per un suo importante esponente", ha detto il segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi. Su Facebook, intanto, difesa d'ufficio di Uggetti da parte del segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri, che ha poi attaccato le "illazioni populiste e giustizialista dei Cinquestelle". "È imbarazzante che vengano a fare la morale a noi, visti i casi di malaffare che li hanno coinvolti, pur governando pochissime realtà locali", conclude Alfieri.

Intanto dal Comune è arrivata una nota nella quale si comunica che il primo cittadino è stato temporaneamente sospeso dalla sua carica: "Le funzioni di rappresentanza e di coordinamento dell'amministrazione vengono pertanto assunte dal vice sindaco, Simonetta Pozzoli".

Gli inquirenti: "Arrestato per rischio inquinamento delle prove"

Nel corso della conferenza stampa dopo i due arresti gli inquirenti hanno precisato che le misure cautelari sono state eseguite perché, per i due indagati, sussisteva sia il rischio di reiterazione dei reati, sia il pericolo di inquinamento probatorio. Quest'ultima eventualità, anzi, sarebbe stata già accertata dalle indagini: in particolare i due indagati avrebbero formattato alcuni computer del Comune.

Il sindaco e l'avvocato sono accusati di aver alterato il libero svolgimento della gara relativa all’affidamento in concessione della gestione delle piscine comunali scoperte Belgiardino e Attilio Concardi, in via Ferrabini. I due avrebbero confezionato un bando ad hoc, riconoscendo punteggi che potessero favorire la società Sporting Lodi. Dietro questa società secondo gli inquirenti operava la Wasken Boys (storica società sportiva di Lodi), che avrebbe di fatto gestito il servizio con l’aggiudicataria, ma che si preferiva non far figurare in quanto più nota al pubblico e quindi soggetta a più critiche e controlli.

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