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Lodi, il pedofilo ammette i rapporti con due ragazzine: “Ma non le ho adescate sui social”

Il pedofilo di 48 anni arrestato negli scorsi giorni nel Lodigiano ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali con due ragazzine minorenni. L’uomo ha però negato di averle adescate tramite i social network, di averle minacciate e di aver diffuso i filmati hard che aveva girato di nascosto durante i rapporti. Per gli inquirenti invece il 48enne avrebbe circuito le giovani fingendosi un’adolescente, Giulia, sui social network. L’avvocato dell’uomo ha chiesto gli arresti domiciliari.
A cura di Redazione Milano
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I rapporti sessuali con le ragazzine minorenni ci sono stati. Ma l'uomo di 48 anni arrestato nel Lodigiano con l'accusa di essersi finto un'adolescente su Whatsapp per adescare altre minorenni ha negato di aver utilizzato il social network per contattare e poi circuire le ragazzine. Il 48enne, arrestato lunedì con le accuse di violenza sessuale, corruzione di minore, sostituzione di persona e infine produzione e detenzione di materiale pedopornografico, ha sostenuto a Milano l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari. E di fronte al magistrato avrebbe ammesso di aver avuto dei rapporti sessuali con due ragazzine minorenni: secondo l'accusa sarebbero invece tre, e le indagini proseguono per capire se altre minorenni siano finite nella sua rete. L'uomo avrebbe però negato altre accuse che gli sono contestate: e cioè di aver adescato le giovanissime fingendosi la "malvagia Giulia" su Whatsapp e anche di averle minacciate e di aver diffuso i filmati da lui girati, che immortalerebbero le violenze.

L'avvocato del 48enne ha criticato la diffusione di particolari

Tutti particolari che erano stati diffusi dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa alla quale aveva partecipato anche il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella, a capo del pool che tutela i minori e i soggetti fragili, che aveva definito la vicenda "raggelante". L'avvocato del 48enne, Lorenzo Tornielli, ha criticato la diffusione di questi particolari, dei quali la difesa non disporrebbe, agli organi di informazione, dicendo che a suo avviso rappresenterebbero una violazione del segreto istruttorio ed esporrebbero a rischi le vittime, l'indagato e la sua famiglia: il 48enne, disoccupato, incensurato e con problemi psichici, viveva a casa degli anziani genitori che non si erano mai accorti di niente. Il legale dell'uomo, al termine dell'interrogatorio di garanzia, ha chiesto per il suo assistito gli arresti domiciliari: non ci sarebbero a suo avviso né il rischio di inquinamento probatorio – tutto il materiale pedopornografico trovato è stato sequestrato – né il pericolo di fuga.

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