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Lodi, il pedofilo che in chat era “Giulia la malvagia” resta in carcere: ci sarebbero altre vittime

Resta in carcere il 48enne arrestato in provincia di Lodi con l’accusa di violenza sessuale su tre ragazzine tra gli 11 e i 13 anni. Nella rete del pedofilo, che in chat su Whatsapp si spacciava per un’adolescente di nome Giulia e tramite questo profilo ha plagiato le sue vittime, potrebbero essere finite anche altre ragazzine oltre alle tre che hanno raccontato gli orrori. Il 48enne ha infatti filmato le violenze e per esaminare il suo archivio serviranno alcune settimane.
A cura di Redazione Milano
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Il pedofilo che in chat su Whatsapp si spacciava per Giulia, un'adolescente malvagia che ha plagiato almeno tre ragazzine, resta in carcere. Almeno fino a quando tutto il materiale pedopornografico trovato in casa del 48enne, filmati originali girati dall'uomo con minori, non sarà analizzato dagli inquirenti. Un'operazione che richiederà addirittura delle settimane. Purtroppo, da quanto emerge dalle indagini – comprensibilmente delicate visto che riguardano minori – coordinate dal pubblico ministero Alessia Menegazzo si teme che nella rete del pedofilo possano essere finite più delle tre ragazzine che finora hanno raccontato l'orrore subito dall'uomo. Anche per questo motivo gli inquirenti, secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Giorno", si sarebbero presi alcuni giorni di tempo prima del processo con rito immediato a carico del 48enne.

Ecco come il pedofilo ha adescato le sue vittime

L'uomo, arrestato lunedì, viveva nel Lodigiano assieme ai suoi anziani genitori, che non si sarebbero mai accorti di nulla. Il 48enne, incensurato e che soffre di problemi psicologici non legati però ai fatti che gli sono contestati, aveva creato su Whatsapp un profilo fake spacciandosi per Giulia, un'adolescente malvagia attraverso la quale ha plagiato tre ragazzine tra gli 11 e i 13 anni, costringendole a fare tutte le cose che ordinava loro. Tra le richieste c'erano anche quelle di concedersi allo stesso 48enne, vicino di casa di una delle sue vittime. L'uomo filmava le violenze e minacciava le ragazzine dicendo loro che avrebbe ucciso la loro mamma se avessero parlato. Gli stessi filmati delle violenze diventavano poi un'ulteriore arma di ricatto nei confronti delle sue vittime: il 48enne le minacciava dicendo loro che avrebbe pubbliacto prospettava di pubblicare scatti e video hot se non avessero soddisfatto le sue richieste. Proprio da uno scatto in pose intime di una ragazzina, apparso su un social network, erano partite le indagini che hanno poi portato all'arresto del pedofilo che deve rispondere delle accuse di violenza sessuale, corruzione di minore, sostituzione di persona e infine produzione e detenzione di materiale pedopornografico.

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