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Si fingeva Giulia “la malvagia”: così un pedofilo di Lodi ha abusato di tre ragazzine minorenni

“Una vicenda raggelante”: così gli inquirenti hanno definito quanto successo nel Lodigiano. Il 48enne incensurato arrestato per abusi su ragazzine minorenni si era finto su WhatsApp Giulia, un’adolescente malvagia tramite la quale ha ingannato e plagiato tre minorenni. Le violenze sono andate avanti per tre anni, tra rapporti sessuali di gruppo filmati di nascosto per allargare la propria collezione personale, presunte maledizioni di una maga e minacce di morte nei confronti dei famigliari delle vittime.
A cura di Salvatore Garzillo
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Due personalità convivevano nella testa del 48enne incensurato arrestato a Lodi per aver abusato di tre ragazzine minorenni. Due identità completamente diverse che collaboravano come complici per ingannare e violentare ragazzine delle scuole medie. All’esterno, visibile a tutti, c’era il 48enne con problemi psichici che viveva ancora con i genitori in un paesino del Lodigiano. Sotto quello strato di pelle si nascondeva Giulia, una adolescente diabolica con cui è riuscito a plagiare per tre anni le vite di tre studentesse tra gli 11 e i 13 anni. "Giulia è un personaggio malvagio che sembra uscito da un film”, hanno commentato il pubblico ministero Alessia Menegazzo e il procuratore aggiunto Letizia Mannella, a capo dell’indagine sul presunto pedofilo che si è conclusa questa mattina con l’arresto e il sequestro di una grande quantità di materiale pedopornografico originale. Era la collezione privata dell’uomo, costruita tra il 2015 e il 2018 sfruttando la debolezza delle sue vittime.

Giulia, l'amica malvagia

La storia inizia tre anni fa, quando il 48enne decide di contattare una vicina di casa di 11 anni attraverso un finto contatto creato su WhatsApp. Si finge Giulia, una coetanea da lei conosciuta in vacanza tra la quinta elementare e la prima media. Parla la stessa lingua della ragazzina, riesce a entrare in confidenza, guadagna la sua fiducia. A un certo punto capisce di averla in pugno e di poterle chiedere qualunque cosa. Giulia le ordina di andare a casa del vicino 48enne e di soddisfare le sue voglie, in caso contrario avrebbe ucciso prima i suoi genitori e poi lei. Per quanto assurdo possa sembrare, le cose iniziano così. Attraverso la prima vittima riesce a entrare in contatto con altre due ragazzine, l'uomo ripete lo stesso schema servendosi di Giulia come burattinaia. Le violenze, intanto, vanno avanti nell’appartamento del 48enne quasi quotidianamente, i suoi genitori anziani non si accorgono di nulla. Le adolescenti fanno sesso con l’adulto, altre volte sono costrette a farlo tra loro, sempre soggiogate dal volere di Giulia. Viene tutto ripreso di nascosto e finisce nel grande archivio segreto del pedofilo. In alcuni casi, sono le stesse ragazzine a inviare video espliciti alla loro "amica" Giulia.

Siete state maledette da una maga

Poi qualcosa si rompe, le tre iniziano ad avere coscienza dell’orrore e il meccanismo subisce una battuta d’arresto. Il 48enne capisce di essere in pericolo e pensa al colpo di scena della sua fantasia: simula il suicidio di Giulia e ricompare nella vita delle vittime col profilo di sua sorella. Sfrutta la loro passione per i gatti e le attira ancora una volta in casa propria. Qui tenta l’ultimo trucco per tenerle a sé, gli dice che sono vittime della maledizione di una maga. L’incubo finisce pochi mesi fa, quando la compagna di classe di una delle ragazzine si imbatte in una foto osé pubblicata sul profilo Instagram dell’uomo. Riconosce la sua amica e le chiede spiegazioni.

Il procuratore: Vicenda raggelante

La maledizione si interrompe quel giorno. Le vittime capiscono che è il momento di parlare e si confidano con un’insegnante, che a sua volta ne parla con i genitori mettendo in moto la macchina delle indagini dei carabinieri di Lodi. La vicenda arriva sulla scrivania dei pm, che in pochi mesi ottengono un’ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale, sostituzione di persone, corruzione di minorenni, detenzione e produzione materiale pedopornografico. "In tanti anni di carriera – ha detto la dottoressa Mannella – a me una cosa di questo tipo non era mai successa. È raggelante”.

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