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Covid 19

Lo sfogo dei tecnici ospedalieri impegnati contro il Covid: “Per noi niente striscioni, né bonus”

Dietro ai medici e agli infermieri, negli ospedali hanno lavorato molte figure senza il cui apporto la macchina della Sanità non avrebbe potuto funzionare a dovere e reggere l’urto della pandemia di Coronavirus. Matteo è una di queste figure: un tecnico di radiologia all’ospedale di Vimercate che ha raccontato a Fanpage.it di come anche lui e i suoi colleghi abbiano lavorato spesso senza presidi, usando un camice in tre, con straordinari e riposi ridotti. “L’abbiamo fatto perché è il nostro lavoro, non è che abbiamo bisogno di manifesti o striscioni: però gli ospedali non sono solo medici e infermieri”. E adesso la categoria rischia di essere esclusa dai bonus previsti per gli operatori sanitari.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Medici e infermieri: sono stati loro, indubbiamente, gli eroi celebrati (e giustamente) durante la fase più acuta della pandemia di Coronavirus. Ma dietro (e accanto) a loro, negli ospedali hanno lavorato anche molte altre figure senza il cui apporto la macchina della Sanità non avrebbe potuto funzionare a dovere. Matteo è una di queste figure: un tecnico di radiologia dell'ospedale di Vimercate, in provincia di Monza e Brianza. A Fanpage.it ha raccontato di come anche tra i suoi colleghi ci siano stati casi di contagio e purtroppo anche di decessi ("ma non qui a Vimercate"). "Ci si dimentica che la Sanità è proprio una macchina gigante: se cade un pezzettino cade tutto – dice Matteo -. Ci sono stati frangenti in cui anche per noi non c'erano nemmeno più le divise per cambiarsi. Abbiamo lavorato senza presidi perché non arrivavano o erano carenti, e alle volte si utilizzava un camice per turno, quindi un camice in tre. Adesso che l'emergenza sta finendo sono arrivati i presidi…".

Gli ospedali non sono solo medici e infermieri

Anche i tecnici ospedalieri (che dal 2018 sono raggruppati in una Federazione dal nome complesso: Fno Tsrm Pstrp, ossia Federazione nazionale Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione), hanno fatto straordinari durante la fase più acuta dell'epidemia, hanno visto ridursi i riposi e i turni farsi sempre più pesanti, si sono visti bloccare le ferie. "L'abbiamo fatto perché è il nostro lavoro, non è che abbiamo bisogno di manifesti o striscioni: però gli ospedali non sono solo medici e infermieri, perché da soli loro avrebbero fatto meno di quanto hanno fatto".

Le radiografie sono diventate un importante strumento diagnostico

Nello specifico, all'ospedale di Vimercate (come in altre strutture ospedaliere) è stata ridotta pressoché al minimo l'attività ambulatoriale, che normalmente rappresenta l'80 per cento dell'attività dei tecnici ospedalieri, e questi ultimi sono stati dirottati sull'emergenza. Le radiografie, nella fase più acuta della pandemia, sono diventate un importante strumento diagnostico: "Nei primi casi si diceva di aspettare il tampone e poi fare gli esami. Dopodiché con i numeri che sono sopraggiunti non si riusciva più a star dietro ai pazienti, per cui il tampone è diventato successivo. Si facevano le analisi del sangue e la radiografia del torace: se tutti e due erano positivi era Covid indipendentemente dall'esito del tampone, che arrivava dopo. I tempi per il tampone si sono allungati tantissimo, ci volevano anche 3-4 giorni per l'esito ma nel frattempo bisognava smistare i pazienti tra aree Covid e non Covid", spiega Matteo.

Sui bonus: Non siamo citati negli accordi, non si capisce

Eppure, nonostante il loro impegno, i tecnici di laboratorio oltre ad essere poco celebrati dai media rischiano anche di essere esclusi dai bonus previsti da alcune regioni (tra cui la Lombardia) per il personale sanitario impegnato nell'emergenza Covid: "Attualmente non siamo citati negli accordi sindacali. I bonus prevedono una Fascia A per chi ha lavorato nei pronto soccorso, nel 118, nei reparti di degenza Covid e nella sale operatorie Covid. Noi sostanzialmente non lavoriamo in questi reparti, ma di fatto durante l'emergenza abbiamo lavorato per questi reparti". Una "rivolta generale" portata avanti anche come ordine ha portato a un compromesso: "La contrattazione è passata a livello decentrato: ogni ospedale deciderà l'importanza della radiologia, e noi stiamo aspettando ancora di capire cosa ne sarà di noi. Ma non c'è una risposta univoca, non si capisce". Matteo però ripete: "Non è solo il discorso economico. Ma se si deve riconoscere un qualcosa a qualcuno, allora bisogna riconoscerlo a tutti coloro che hanno contribuito alla tenuta del sistema ospedaliero".

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