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L’inchiesta delle Iene sul sushi “All you can eat” a Milano: pesce pessimo in 5 ristoranti su 8

Sta facendo molto discutere in rete un’inchiesta della trasmissione televisiva “Le Iene” sui ristoranti di sushi milanese che propongono l’offerta “All you can eat”, cioè quelli dove a prezzo fisso si può mangiare quanto si vuole. Nella puntata di domenica 5 marzo Nadia Toffa ha analizzato otto ristoranti di Milano (su oltre 600): in cinque il pesce offerto è risultato pessimo, con livelli batterici e di istamina oltre la soglia.
A cura di Francesco Loiacono
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Sta facendo molto discutere in rete un'inchiesta della trasmissione televisiva "Le Iene" sui ristoranti di sushi milanese che propongono l'offerta "All you can eat", cioè quelli dove a prezzo fisso si può mangiare quanto si vuole. Nel servizio andato in onda nella puntata di ieri, domenica 5 marzo, a firma di Nadia Toffa, viene messa sotto accusa la qualità degli alimenti servita in alcuni dei locali in questione.

L'inchiesta delle Iene ha preso in esame 8 ristoranti su oltre 600

Prima di puntare il dito in maniera indiscriminata su tutti i ristoranti di sushi, va specificato che l'inchiesta delle Iene ha riguardato otto ristoranti "all you can eat" su oltre 600 locali che propongono la cucina giapponese a Milano. Degli otto ristoranti presi in esame, sulla base di campioni di pesce fatti analizzare da un laboratorio, tre locali sono risultati sostanzialmente a norma. In altri cinque, invece, il contenuto batterico del pesce offerto è risultato sorprendentemente alto, con valori di 50 e anche oltre 80 volte superiori alla norma. In due casi inoltre le analisi del laboratorio interpellato da "Le Iene" hanno rivelato che il pesce offerto ai clienti aveva livelli di istamina altissimi. Si tratta di una sostanza (responsabile del cosiddetto "mal di sushi", cioè della sindrome sgombroide) che può portare anche al soffocamento in soggetti allergici.

Per riconoscere il sushi di qualità è disponibile anche un vademecum

All'epoca, quando si diffuse a Milano la psicosi del "mal di sushi", alcuni ristoratori specializzati nella tipica pietanza giapponese (che, a dispetto delle notizie di cronaca resta uno dei piatti preferiti nel capoluogo lombardo), avevano deciso di lanciare una campagna informativa per informare i consumatori sulla qualità dei prodotti utilizzati. L'iniziativa ha prodotto il depliant "Il sushi per bene", una sorta di vademecum con curiosità sulla pietanza, presente all'esterno dei locali che aderiscono all'Unione imprenditori Italia-Cina, che conta in totale circa 400 associati: sono per lo più cinesi, infatti, i gestori di ristoranti di sushi a Milano.

I consigli degli esperti per individuare un buon sushi

Altri consigli per individuare un sushi di qualità arrivano dalla stessa trasmissione di Italia Uno, per voce di due esperti interpellati: uno è Stefano, definito "un giovane ma promettente ‘sushi man'", l'altro è Ricardo Takamitsu, chef che unisce la cucina brasiliana con quella giapponese. I consigli sono di affinare i propri sensi quando si entra in un ristorante: non deve esserci eccessiva "puzza di pesce", gli alimenti offerti devono essere lucidi alla vista e non gommosi al tatto. Il pesce deve essere compatto, non sfilacciato: in quest'ultimo caso è probabile che si tratti di un alimento già vecchio di qualche giorno. Alcuni consigli sono improntati al buon senso: si suggerisce di prestare attenzione alla pulizia del banco dove viene lavorato il pesce, che solitamente si trova a vista. Non sempre però è possibile sapere cosa accade quando si è seduti a tavola: in uno dei ristoranti in zona Darsena dove le telecamere di Italia Uno hanno fatto irruzione si vede un giovane cuoco che ripone in frigo, come se nulla fosse, un pezzo di salmone che gli era caduto per terra.

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