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Jessica Faoro sette giorni prima di morire: “Ho paura, Garlaschi propone giochi erotici”

Jessica Faoro, la giovane uccisa a febbraio, appena sette giorni prima aveva chiamato il 112 dicendo che Alessandro Garlaschi le proponeva “giochi erotici”, e che in seguito a queste richieste aveva “attacchi di panico”, tanto da “cadere per terra”, chiedendo perfino un’ambulanza. Per la sua morte, la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Garlaschi, che deve rispondere di omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi e di vilipendio di cadavere per il delitto.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il 39enne Alessandro Garlaschi e la sua vittima, la 19enne Jessica Valentina Faoro
Il 39enne Alessandro Garlaschi e la sua vittima, la 19enne Jessica Valentina Faoro

Jessica Faoro aveva "paura" di Alessandro Garlaschi. L'uomo, accusato dell'omicidio della giovane avvenuto a febbraio, avrebbe proposto alla giovane dei "giochi erotici", tanto che la giovane avrebbe chiamato il 112 appena sette giorni prima del delitto, perché dalla paura per queste proposte le veniva "da cadere" ed "attacchi di panico". Questo il contenuto di alcune telefonate della giovane stessa, le cui trascrizioni sono state inserite tra gli atti dell'indagine della Procura.

Nel brogliaccio è emersa una prima chiamata al 112 di Jessica Faoro, che però andò a vuoto, nella notte del 1° febbraio alle 0.26 in punto. Un minuto dopo, un secondo tentativo, in cui la giovane riesce a mettersi in contatto con le forze dell'ordine, chiedendo di intervenire in quanto "lui", ovvero Alessandro Garlaschi, le avrebbe chiesto "di fare giochi erotici, di fare tutte queste cose qui". La giovane avrebbe anche riferito di aver bisogno di un'ambulanza perché le veniva "da cadere" per terra e con "attacchi di panico" a causa della "paura presa" e dei presunti tentativi di metterle "le mani addosso" da parte di Alessandro Garlaschi. Tutti fatti per cui la giovane sarebbe poi scappata da quella casa.

Per la sua morte, avvenuta sette giorni dopo questa chiamata al 112, la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Alessandro Garlaschi, il tranviere accusato dell'omicidio della 19enne Jessica Faoro. L'uomo deve rispondere di omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi e di vilipendio di cadavere per il delitto, avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 febbraio nell'abitazione del tranviere in via Brioschi, alla periferia sud di Milano. Già lo scorso 27 agosto all'uomo era stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio: dagli atti è emerso che Jessica sarebbe stata uccisa con 85 coltellate – e non con 40 fendenti, come emerso in un primo momento – per aver rifiutato delle avances da parte di Garlaschi, che la ospitava in casa e che nutriva dei sentimenti verso la giovane, come testimoniato anche da un biglietto trovato in casa. Dopo l'omicidio, l'assassino avrebbe inoltre bruciato una parte del cadavere della ragazza per cercare di cicatrizzare una ferita e impedire la fuoriuscita di un organo: da qui l'accusa di vilipendio di cadavere.

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