Inchiesta Mensa dei poveri: Lara Comi e il sindaco di Gallarate verso il processo
I pubblici ministeri Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri hanno notificato ieri l'atto di chiusura delle indagini nei confronti di 34 persone indagate in un filone dell'inchiesta "Mensa dei poveri", il presunto sistema corruttivo con al centro l'ex coordinatore di Forza Italia a Varese, Nino Caianiello, che a maggio dello scorso anno aveva portato a un terremoto politico, con l'arresto di 43 persone, tra cui imprenditori e politici lombardi anche di primo piano. Dopo una prima richiesta di rinvio a giudizio per 70 indagati, tra cui l'ex vice coordinatore lombardo di Forza Italia ed ex consigliere comunale di Milano Pietro Tatarella (accusato di corruzione e finanziamento illecito) e il consigliere regionale lombardo Fabio Altitonante, anch'egli del partito di Silvio Berlusconi, accusato di traffico di influenze, i pm hanno chiuso le indagini anche sull'ultimo filone rimasto aperto.
La Comi era finita ai domiciliari, poi revocati
L'atto dei pubblici ministeri è il preludio della richiesta di processo, tra gli altri, per Lara Comi, ex eurodeputata di Forza Italia accusata di corruzione, truffa aggravata e finanziamento illecito ai partiti, per l'imprenditore Paolo Orrigoni, titolare della catena di supermercati Tigros, accusato di corruzione, e per lo stesso sindaco di Gallarate, il leghista Andrea Cassani, accusato di turbativa d'asta. La Comi per la vicenda era finita agli arresti domiciliari (poi revocati) e si era dimessa da europarlamentare: ha sempre sostenuto la sua innocenza e adesso dovrà presumibilmente difendersi in un'aula di tribunale. Anche Orrigoni dopo essere stato travolto dall'inchiesta si era dimesso da consigliere comunale di Varese e da amministratore delegato della catena di supermercati da lui fondata, che conta molti punti vendita soprattutto nel Varesotto.
Fontana indagato e archiviato: cadute le accuse
In un altro filone dell'inchiesta Mensa dei poveri era finito anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana, indagato per abuso d'ufficio per la nomina dell’ex socio Luca Marsico all’interno di un organismo regionale. Le accuse nei confronti del presidente sono però cadute e a fine marzo il giudice per le indagini preliminari di Milano ha archiviato il fascicolo che riguardava il governatore.