Inchiesta ‘Mensa dei poveri’: archiviata l’accusa di abuso d’ufficio per Attilio Fontana
Si è conclusa con l'archiviazione l'indagine per abuso d'ufficio a carico del presidente della Lombardia Attilio Fontana, coinvolto nell'inchiesta ‘Mensa dei poveri' della Procura di Milano. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri e ha archiviato il fascicolo.
Tangenti in Lombardia, archiviata l'accusa di abuso d'ufficio per Attilio Fontana
Per il governatore, difeso dal legale Jacopo Pensa, si conclude così la vicenda giudiziaria iniziata nel maggio dello scorso anno. Fontana era finito nel mirino degli inquirenti per la nomina in un organismo regionale – il Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici – del suo ex socio di studio legale, Luca Marsico. "Sono lieto che la vicenda giudiziaria abbia avuto buon esito con l'accoglimento dell'archiviazione per Fontana, in particolare in questo periodo in cui sta gestendo questa terribile emergenza del Coronavirus", ha spiegato il legale.
L'inchiesta ‘Mensa dei poveri'
Lo scorso 7 maggio un blitz di carabinieri e guardia di finanza aveva portato all'arresto di decine persone. In manette erano finiti politici, amministratori e imprenditori accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici. Dalle indagini, che sono arrivate a coinvolgere oltre cento persone, è emersa una rete di favori, mazzette, nomine e appalti pilotati. Tra i politici coinvolti c'è anche l'ex sottosegretario regionale Fabio Altitonante, l'ex consigliere comunale milanese Pietro Tatarella, il deputato Diego Sozzani (tutti di Forza Italia). In un altro filone dell'inchiesta è indagata l'ex eurodeputata Lara Comi, per finanziamento illecito.
La difesa dell'ex socio di Fontana
Intervistato da Fanpage.it, l'ex socio del governatore, Luca Marsico, non appena emersa la notizia dell'indagine aveva spiegato: "Con Fontana, siamo molto amici, ho iniziato a fare pratica da lui e abbiamo avuto lo studio insieme fino a quando è diventato presidente e ha ceduto le quote alla figlia. Io mi ero messo a disposizione del presidente rispetto alla mia professionalità, assolutamente sì, per questo ho partecipato al bando".