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Inchiesta Expo, il sindaco Sala chiede il giudizio immediato: “Certo della mia innocenza”

Il sindaco di Milano Beppe Sala, indagato per falso materiale e ideologico per la vicenda della Piastra Expo, ha chiesto di essere processato con giudizio immediato: “Sono certo che verrà riconosciuta la mia innocenza ed è mia intenzione accelerare quanto più possibile i tempi del processo”. Il 14 dicembre era in programma l’udienza preliminare.
A cura di Francesco Loiacono
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Il sindaco di Milano Beppe Sala ha chiesto di essere processato con giudizio immediato per la vicenda della cosiddetta "Piastra Expo" che lo vede indagato. L'ex commissario unico dell'Esposizione universale milanese, accusato di falso materiale e ideologico per aver retrodatato un verbale di nomina dei commissari in merito all'appalto più importante dell'Expo (quello, appunto, della Piastra dei servizi), dovrebbe comparire in aula il prossimo 14 dicembre per l'udienza preliminare. Ma con un post sulla propria pagina Facebook Sala ha comunicato di aver dato mandato ai propri legali per chiedere ai giudici di procedere con la formula del giudizio immediato: "Poiché sono certo che verrà riconosciuta la mia innocenza ed è mia intenzione accelerare quanto più possibile i tempi del processo, ho dato mandato ai miei legali affinché chiedano che si proceda con giudizio immediato. Si tratta – ha spiegato lo stesso Sala – della modalità più rapida che la legge processuale prevede per arrivare velocemente all’accertamento nel merito delle ipotesi di accusa attraverso il vaglio dibattimentale".

Il sindaco: Nessun elemento idoneo a supportare l'accusa

Il sindaco, con un lungo messaggio su Facebook, ha contestualizzato (secondo la sua visione, bisognerà naturalmente attendere quella dei giudici) la vicenda che lo vede indagato: "Sono trascorsi più di cinque anni dai fatti che mi vengono imputati e le indagini preliminari, pur protratte per un periodo di tempo inusualmente lungo, non hanno evidenziato alcun elemento di prova idoneo a supportare l’accusa che mi viene mossa – ha detto Sala – In tanti atti è possibile leggere che mai nessuno è stato favorito, ma che l’unica finalità perseguita è stata quella di garantire il rispetto dei tempi per l’apertura dell’Esposizione Universale. Quegli stessi fatti, del resto, erano già stati valutati come privi di rilevanza penale sia dalla Guardia di Finanza delegata alle indagini, sia dalla stessa Procura della Repubblica di Milano".

Sala: Il mio auspicio è che si arrivi in tempi rapidi ad accertare la verità

E difatti l'inchiesta, al centro dello scontro che si consumò in procura tra l'allora procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati e l'ex aggiunto Alfredo Robledo, fu avocata dalla procura generale, che a settembre aveva chiesto il processo per Sala (in qualità di ex commissario Expo) solo per le accuse di falso materiale e ideologico: chiedendo invece l'archiviazione per l'accusa più grave, quella di turbativa d'asta per l'appalto del verde sempre del sito di Expo. Adesso la decisione di Sala, che potrebbe così saltare l'udienza preliminare, dove dovrebbero comparire anche gli altri indagati per la medesima vicenda: l'ex manager di Expo Angelo Paris, l'ex direttore generale di Infrastrutture lombarde (Ilspa) Antonio Rognoni, l'ex presidente dell'azienda Mantovani Piergiorgio Baita, il presidente di Coveco (Consorzio Veneto Cooperativo) Franco Morbiolo e un dipendente di Metropolitane Milanesi, Dario Comini: "Da oggi il mio auspicio – ha concluso Sala – è che si arrivi in tempi rapidi ad accertare la verità e, quindi, la mia assoluta estraneità ai fatti contestati. Ho sempre agito per il bene comune e continuerò a farlo".

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