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Inchiesta Expo, il sindaco di Milano Beppe Sala prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio

L’ex commissario unico di Expo Beppe Sala, oggi sindaco di Milano, è stato prosciolto dall’accusa di abuso d’ufficio relativo a uno dei filoni della cosiddetta “inchiesta Expo”, quello sull’affidamento del verde per il sito che ospitò l’Esposizione universale milanese. Lo ha deciso la Corte d’appello confermando la decisione del marzo dello scorso anno del giudice per l’udienza preliminare Giovanna Campanile, contro cui la procura generale aveva fatto ricorso. Prosciolto anche l’ex manager di Expo Angelo Paris.
A cura di Francesco Loiacono
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Beppe Sala, ex commissario unico di Expo e attualmente sindaco di Milano, è stato prosciolto dall'accusa di abuso d'ufficio relativo a uno dei filoni della cosiddetta "inchiesta Expo". Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano confermando il proscioglimento che era stato disposto nel marzo dello scorso anno dal giudice per l’udienza preliminare di Milano, Giovanna Campanile. Una decisione contro la quale la procura generale aveva fatto ricorso. Adesso è arrivata la decisione definitiva della Corte d'Appello che ha prosciolto anche l'altra persona che era indagata assieme a Sala, l'ex manager di Expo Angelo Paris. Diminuiscono dunque le preoccupazioni per il primo cittadino milanese, che resta però a processo per un altro strascico giudiziario legato all'Esposizione universale: Sala deve infatti rispondere di falso materiale e ideologico nell'ambito dell'inchiesta sulla Piastra di Expo per la presunta retrodatazione di un verbale di nomina di un commissario.

L'inchiesta riguardava la fornitura del verde per il sito espositivo

Il proscioglimento di Sala riguarda la vicenda dell'appalto per il verde del sito espositivo di Rho-Pero, che da maggio a ottobre 2015 ospitò l'Esposizione universale. Per quella vicenda la procura generale aveva contestato due ipotesi di reato all'ex amministratore delegato della società Expo: turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Per la prima accusa era stata poi la stessa procura generale a chiedere l'archiviazione di Sala. Sulla seconda ipotesi di reato la procura è invece andata avanti, opponendosi al primo proscioglimento disposto dal gup Campanile. La Corte d'appello ha dato ragione al giudice per l'udienza preliminare, che aveva motivato la propria decisione scrivendo che "nessuna delle violazioni di legge indicate dall'accusa ha trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto" e l'operato di Giuseppe Sala "ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del Cda" di Expo.

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