Inchiesta Expo, archiviata l’accusa di turbativa d’asta per il sindaco Beppe Sala
Un'accusa in meno per l'attuale sindaco di Milano, Beppe Sala. Il primo cittadino è a processo per falso nell'ambito dell'inchiesta sulla Piastra di Expo, l'appalto più importante della manifestazione che si tenne a Milano da maggio a ottobre del 2015 e di cui Sala è stato commissario unico per il governo e amministratore delegato. Oltre a quest'accusa, per cui il sindaco aveva chiesto di essere processato con rito immediato, la procura generale aveva contestato altre due ipotesi di reato all'ex ad della società Expo: turbativa d'asta e abuso d'ufficio, entrambe collegate a un altro appalto dell'Esposizione universale, la fornitura del verde (alberi e piante) per il sito espositivo di Rho-Pero. La stessa procura generale (che aveva avocato a sé le inchieste dalla procura della Repubblica), aveva però chiesto l'archiviazione della posizione del sindaco per quanto riguarda la turbativa d'asta: archiviazione che adesso è stata disposta dal giudice per l'udienza preliminare di Milano, Giovanna Campanile.
Continua ad aleggiare sulla testa dell'attuale sindaco di Milano la possibilità di essere processato per abuso d'ufficio: lo stesso gup a marzo di quest'anno aveva infatti disposto il proscioglimento di Sala, contro cui però a giugno i procuratori generali hanno fatto ricorso in appello. Sulla vicenda dell'affidamento diretto delle forniture del verde alla ditta Mantovani, Sala si era già difeso in più occasioni: "Abbiamo fatto un affidamento diretto a Mantovani dopo aver avuto un parere tecnico esterno dalla società MM, che ci ha dato un prezzo e Mantovani ci ha garantito anche uno sconto – aveva detto il sindaco a febbraio all’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti – Però, lo ripeto, io faccio il mio mestiere e starò in attesa del giudizio. Spero di non venire rinviato a giudizio, ma se così fosse sarò ovviamente pronto ad affrontare la questione".