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Il bando sulle moschee è tutto da rifare: il Comune di Milano riparte da zero

Le aree di Milano assegnate ad alcune associazioni religiose per costruirvi nuovi luoghi di culto, tra cui una o più moschee, sono diventate inidonee per via della nuova legge regionale della Lombardia. Risultato: il bando indetto nel 2014 da Palazzo Marino si avvia a conclusione e si dovrà lavorare a un nuovo testo.
A cura di Francesco Loiacono
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Per vedere la prima moschea regolare a Milano bisognerà ancora attendere a lungo. Il Comune si appresta infatti a concludere il bando indetto durante la giunta Pisapia, che aveva assegnato ad alcune confessioni religiose tre aree pubbliche dismesse dalla città per costruirvi nuovi luoghi di culto. Nel mezzo dell'iter per costruire le nuove moschee, però, si è messa la Regione Lombardia con la sua nuova legge, che impone nuovi e più stringenti vincoli, soprattutto a livello di infrastrutture e sicurezza. Risultato: il bando è tutto da rifare e le associazioni che vi erano state ammesse (Casa della Cultura Musulmana, Centro Cristiano Evangelico, Istituto Culturale Islamico, Centro Islamico di Milano e Lombardia, Bangladesh Cultural and Welfare Association e Associazione Islamica di Milano), si ritrovano a dover partire quasi da zero.

Si allungano i tempi per la moschea: almeno un anno

Ad annunciare ufficialmente quello che era già nell'aria è stata ieri la vicesindaca Anna Scavuzzo, che ha anche la delega ai Rapporti con le comunità religiose: "Le aree di via Marignano, di via Sant’Elia e la palazzina di via Esterle non possono essere assegnate in via definitiva, poiché", per effetto della legge regionale in materia, "sono divenute inidonee alla realizzazione di luoghi di culto". La vicesindaco punta il dito contro le norme imposte dal Pirellone, anche se è pronta a rilanciare: "Purtroppo la Regione Lombardia ci impone un percorso più complicato, richiedendo la stesura di un Piano per le attrezzature religiose che andrà ad integrare il Pgt. Rassicuro le comunità religiose – ha affermato Scavuzzo – questo non cambia in alcun modo la nostra volontà politica, da domani saremo al lavoro per promuovere la stesura del documento e per proseguire il dialogo già avviato, con l’obiettivo di rendere Milano una città ancora più accogliente per i fedeli di tutte le confessioni". I tempi affinché questo accada, però, inevitabilmente si allungano: si parla di circa un anno. Nel frattempo, i fedeli musulmani a Milano dovranno continuare a pregare nelle tante moschee semi abusive (perché ormai tollerate) sparse in città.

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