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Milano, al via il bando per le nuove moschee: ecco come e dove sorgeranno

Al via il bando per l’assegnazione delle tre aree pubbliche milanesi destinate a diventare i nuovi luoghi di culto. Sono l’area dell’ex Palasharp, gli ex bagni pubblici in via Esterle, vicino a via Padova e uno spazio in via Marignano, al confine con San Donato Milanese.
A cura di Federica Gullace
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 Come era stato annunciato la scorsa settimana, 50 associazioni religiose si contenderanno le tre aree comunali messe a disposizione per costruire un luogo di culto a Milano: in particolare metà area dell’ex Palasharp in via Sant’Elia, in zona Lampugnano, gli ex bagni pubblici in via Esterle, vicino a via Padova e uno spazio in via Marignano, al confine con San Donato Milanese. Così, dopo un anno di rinvii e tante polemiche, è arrivato il tanto atteso bando, della durata di 60 giorni, ma stavolta, a differenza di quanto ci si aspettasse, con alcune novità: prima fra tutte l’introduzione di un criterio di punteggio aggiuntivo per le associazioni iscritte nella lista redatta nel 2007 dall'allora ministro Giuliano Amato, allora condizione necessaria per la partecipazione al bando, nella quale si entrava solo in presenza di garanzie certe sull’assenza di legami con reti internazionali terroristiche. Ancora, fra i cambiamenti, le 19 nuove sigle, su 35 totali, che hanno integrato l’Albo delle religioni del Comune, ossia l’elenco ufficiale di tutte le confessioni religiose e associazioni regolarmente riconosciute sul territorio. Ma non solo: sui criteri per l’assegnazione degli spazi, l’ultima novità giunge dal Consiglio comunale, in particolare dai consiglieri Matteo Forte e Manfredi Palmeri, con un ordine del giorno con cui è stato deciso di attribuire un punteggio più alto alle associazioni che hanno condiviso percorsi con istituzioni nazionali, assieme alle associazioni che favoriranno la comprensione delle attività religiose mediante traduzioni in lingua italiana.

L’assessore Pierfrancesco Majorino, che si è occupato del bando e della delibera, ha così dichiarato nel merito dei nuovi criteri: "Sarà un elemento di premialità in più far parte di quella lista del ministro Amato. Ma non sarà un criterio escludente, nel senso che ci sono anche altri fattori che daranno punteggio, come l’aver avuto rapporti costruttivi con l’amministrazione nel passato recente e presentare progetti con attività sociali e culturali rivolte al quartiere".

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