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Omicidio Stefania Crotti, uccisa e bruciata

Gorlago, chiesto l’ergastolo per Chiara Alessandri: è accusata dell’omicidio di Stefania Crotti

Nuovi aggiornamenti sul caso dell’omicidio di Stefania Crotti, la donna di 42 anni uccisa a Gorlago, in provincia di Bergamo, il 17 gennaio 2019. Nella giornata di giovedì 27 febbraio la procura di Brescia ha chiesto la condanna all’ergastolo per l’unica imputata a processo: Chiara Alessandri, ex amante del marito della Crotti.
A cura di Luca Giovannoni
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Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti, la mamma uccisa e bruciata a Gorlago.
Chiara Alessandri (a sinistra) e Stefania Crotti, la mamma uccisa e bruciata a Gorlago.
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La procura di Brescia ha chiesto l'ergastolo per Chiara Alessandri, la donna di 44 anni residente a Gorlago (Bergamo) che è accusata di omicidio per la morte di Stefania Crotti, moglie del suo ex amante Stefano Del Bello uccisa e il cui cadavere è stato bruciato il 17 gennaio 2019. La richiesta dell'accusa è arrivata nella giornata di oggi, giovedì 27 febbraio.

Le indagini intorno all'omicidio

Secondo l'accusa, Chiara Alessandri avrebbe pianificato di uccidere la moglie di Del Bello con una settimana d'anticipo. Stefania Crotti è stata aggredita a colpi di martello in un garage e successivamente trasportata all'interno di un'automobile nei vigneti attorno a Erbusco, in provincia di Brescia. Lì la vettura è stata bruciata con all'interno il cadavere della donna. Il corpo carbonizzato della vittima era stato ritrovato  da un ciclista e dopo poco tempo le indagini si sono subito concentrate sul movente passionale che avrebbe spinto l'Alessandri a vendicarsi sulla moglie del suo ex amante, che aveva deciso di interrompere la loro relazione clandestina.

La tesi della difesa

Chiara Alessandri, che adesso rischia l'ergastolo, si è sempre difesa sostenendo che la sua è stata legittima difesa, in seguito a una lite sfociata tra le due donne, in cui, secondo le testimonianze dell'imputata, sarebbe stata la Crotti a colpire per prima. Come emerso nel corso del processo però, sono tanti i messaggi intimidatori inviati dall'Alessandri a Del Bello, minacce pesanti che secondo l'accusa si sarebbero poi realizzate in quel fatidico 17 gennaio 2019.

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