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Gli 1,7 milioni sequestrati a Corona sono “il doppio dei soldi dichiarati in 9 anni”

Secondo i giudici del tribunale di Milano, che hanno disposto il sequestro di 1,7 milioni di euro a Fabrizio Corona, quei soldi sarebbero il doppio di quanto dichiarato dall’ex re dei paparazzi in nove anni. Il sospetto è che si tratti di risorse finanziarie “non tracciate e di origine probabilmente illecita”.
A cura di Francesco Loiacono
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Altro che compensi in nero maturati tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016. Secondo il tribunale di Milano gli oltre 1,7 milioni di euro in contanti sequestrati nei giorni scorsi a Fabrizio Corona sono il doppio "dell'ammontare dei redditi netti risultanti dalle dichiarazioni Irpef" degli ultimi nove anni. Lo dice la sezione misure di prevenzione del tribunale di Milano nel decreto di sequestro dello scorso 6 ottobre.

Sproporzione tra somma sequestrata e redditi dichiarati

I soldi, scoperti nel controsoffitto dell'abitazione di Francesca Parsi, collaboratrice di Corona, hanno in pratica fatto aprire nuovamente le porte del carcere per lui e portato all'arresto anche della stessa Parsi, accusati di intestazione fittizia di beni. L'avvocato dell'ex re dei paparazzi aveva affermato che si trattava appunto di compensi percepiti da Corona nelle attività da lui svolte subito dopo la scarcerazione, momentaneamente custoditi in casa per pagarvi le relative tasse. Ma secondo i giudici "la capacità patrimoniale e reddituale" di Corona, anche alla luce dell'attività lavorativa svolta solo sporadicamente e con redditi minimi dal 2012 (per via dell'arresto del gennaio 2013) e dell'assenza di beni immobili, "rappresentano una condizione economica distonica con la disponibilità della somma in sequestro". In sostanza: c'è una "evidente sproporzione" tra la somma sequestrata e i redditi dichiarati da Corona: dal 2013 poco più di quattromila euro annui. Sproporzione che fa nascere un sospetto: cioè che l'ex re dei paparazzi custodisse nella casa della sua collaboratrice "risorse finanziarie non tracciate e di origine presumibilmente illecita".

I giudici su Corona: "Scarso rispetto della legalità"

Nello stesso decreto di sequestro il collegio dei giudici ha segnalato la "spiccata attitudine" di Corona alla "commissione di reati contro il patrimonio, fiscali, di bancarotta", la sua "predisposizione al delitto e la ricerca di introiti di origine illecita", e ancora la sua "insofferenza al rispetto delle prescrizioni della sorveglianza speciale" e il suo "scarso rispetto della legalità e delle regole sociali di convivenza". Un ritratto piuttosto impietoso. Corona e la Persi saranno interrogati giovedì mattina nel carcere di San Vittore.

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