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Gelmini contro Di Maio: “L’imprenditore Bramini fallito per colpa del MoVimento 5 stelle”

La capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, Maria Stella Gelmini, ha criticato il neo ministro allo Sviluppo economico Luigi Di Maio dopo la nomina dell’imprenditore brianzolo Sergio Bramini, fallito per colpa dello Stato, come consulente del MiSe: “Come al solito il M5S predica bene, ma razzola male. L’impresa di Sergio Bramini è fallita per l’Ato rifiuti di Ragusa, il cui sindaco è il grillino Federico Piccitto. Quindi basta slogan”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e l'imprenditore Sergio Bramini
Il neo ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio e l'imprenditore Sergio Bramini

Si consuma attorno al nome dell'imprenditore brianzolo Sergio Bramini, fallito perché lo Stato non gli ha pagato alcuni debiti, l'ennesima schermaglia tra Forza Italia e il MoVimento 5 stelle. Ieri, dal palco di piazza della Bocca della verità a Roma, il neo ministro allo Sviluppo economico Luigi Di Maio (con le deleghe anche al Lavoro e la vicepresidenza del Consiglio, assieme a Matteo Salvini), aveva annunciato che, come sua prima mossa, avrebbe nominato l'imprenditore consulente del MiSe: "Glielo avevo promesso e lo farò". Oggi, dalla sua pagina Facebook, è arrivata la replica di Maria Stella Gelmini: "Come al solito il M5S predica bene, ma razzola male – ha scritto la capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati – L'impresa di Sergio Bramini è fallita per l'Ato rifiuti di Ragusa, il cui sindaco è il grillino Federico Piccitto. Quindi basta slogan! Di Maio, invece di dare consulenze, pensi a pagare i debiti che lo Stato ha con le  aziende, di cui 20mila già fallite perché mai pagate".

Sergio Bramini possedeva un'azienda che si occupava dello smaltimento dei rifiuti: nonostante un credito di quattro milioni vantato nei confronti dello Stato, di fronte ai mancati pagamenti e per mandare avanti la sua impresa ha dovuto chiedere prestiti e contrarre mutui, arrivando fino al fallimento. Per un perverso meccanismo, lo stesso Stato che non lo ha pagato lo ha sfrattato, lo scorso 18 maggio, dalla sua villa di Monza. Del caso di Bramini si sono fatti carico in maniera particolare proprio il MoVimento 5 stelle e la Lega, adesso al governo: entrambi i leader degli schieramenti avevano fatto visita all'imprenditore fallito. Mentre Di Maio gli aveva promesso una consulenza al MiSe, Salvini aveva annunciato che avrebbe chiesto una "legge Bramini" per evitare situazioni simili in futuro.

Sul caso del fallimento di Bramini c'era già stato uno scontro Pd-Cinque stelle

Nonostante le critiche della Gelmini, però, bisogna constatare come dal palco di piazza della Bocca della Verità l'imprenditore abbia speso solo buone parole per i Cinque stelle: "Sono convinto che da oggi, lo Stato che io ho visto in questi sette anni come un nemico, l'avremo a fianco come un amico". Il punto è che già negli scorsi giorni c'era stato chi aveva addossato al M5s la presunta colpa dei mancati pagamenti alla ditta di Bramini, e cioè il senatore del Pd Davide Faraone, al quale però aveva risposto il candidato sindaco di Ragusa dei Cinque stelle, Antonio Tringali: "La verità è che i crediti spettanti all'imprenditore Bramini, e lo dicono i documenti ufficiali, derivano da un mancato trasferimento dell'Ato Ragusa, non del Comune di Ragusa! E' possibile che il navigato Faraone non conosca la differenza? Le somme che Bramini vanta dall'ambito territoriale sono riferite, quindi, ai servizi svolti per la gestione delle discariche di Scicli e Vittoria. Il comune di Ragusa, che faceva parte dell'Ato poi liquidato, conferisce da sempre in un'altra discarica, gestita da un'altra ditta. E c'è di più: tra i soci dell'Ato, sempre documenti alla mano, Ragusa risulta esser stata sempre la più virtuosa nei pagamenti".

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