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Frecciarossa deragliato a Lodi

Frecciarossa deragliato a Lodi, iniziate le operazioni per rimuovere le carrozze

Sono iniziate le operazioni di rimozione dei vagoni del Frecciarossa deragliato vicino Lodi. Nell’incidente, avvenuto dieci giorni fa, morirono i macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo. Non è ancora chiaro quando verrà ripristinata la linea ad alta velocità. Intanto la Polfer ha recuperato e sequestrato l’ultimo degli 11 scambi potenzialmente difettosi, come quello montato da alcuni operai di Rfi poco prima del deragliamento.
A cura di Francesco Loiacono
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Il treno deragliato a Lodi
Il treno deragliato a Lodi
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Sono iniziate alle 8 di questa mattina, domenica 16 febbraio, le operazioni per rimuovere le carrozze del treno Frecciarossa deragliato a Ospedaletto Lodigiano, vicino Lodi. A dieci giorni dall'incidente costato la vita ai macchinisti Giuseppe Cicciù e Mario Dicuonzo, i cui funerali sono stati celebrati nella settimana appena trascorsa a Cologno Monzese e Pioltello, sono dunque iniziati i lavori di ripristino del tratto in cui si è verificato il grave deragliamento. Le operazioni sono particolarmente complesse: prima di lavorare sui vagoni, in particolare sull'unico deragliato (a parte la motrice, su cui si trovavano le vittime, che si era staccata dal resto del treno finendo la sua corsa contro una palazzina di proprietà di Fs), è stata spostata la linea dell'alta tensione che si trovava vicino al Frecciarossa 9595.

Individuato e sequestrato anche l'ultimo scambio potenzialmente difettoso

Le operazioni di rimozione della carrozza deragliata dovrebbero terminare nel pomeriggio, mentre non è ancora chiaro quando verrà completamente ripristinata e riaperta la linea ad alta velocità, la cui chiusura sta causando grossi disagi a tutti i pendolari: tutti i convogli sono infatti dirottati sulla linea convenzionale. Intanto, sul fronte delle indagini per omicidio colposo e disastro ferroviario condotte dalla procura di Lodi, è stato recuperato anche l'ultimo degli 11 scambi potenzialmente difettosi perché assemblati con dei cablaggi invertiti rispetto alle posizioni di apertura e chiusura. Tutti i pezzi sequestrati farebbero parte di un lotto prodotto dalla Alstom ferroviaria, il cui amministratore delegato Viale risulta indagato assieme alla squadra di cinque operai che effettuarono dei lavori la notte prima dell'incidente e alla stessa Rete ferroviaria italiana. All'iniziale ipotesi di un "errore umano" seguita dalla procura lodigiana si è infatti aggiunta quella di un errore tecnico: le indagini dovranno chiarire se si siano verificate entrambe e in che misura abbiano influito sul grave incidente dello scorso 6 febbraio.

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