Formigoni resta in carcere: il procuratore generale respinge la richiesta dei domiciliari
Roberto Formigoni resta in carcere. Il sostituto procuratore generale di Milano Antonio Lamanna ha infatti respinto la richiesta di sospensione dell'ordine di carcerazione emesso lo scorso venerdì nei confronti dell'ex governatore della Lombardia. Giovedì scorso Formigoni è stato condannato in maniera definitiva a cinque anni e dieci mesi per corruzione nell'ambito del cosiddetto processo Maugeri-San Raffaele. All'indomani della sentenza della Cassazione e dopo l'emissione dell'ordine di carcerazione l'ex Celeste si era presentato spontaneamente nel carcere di Bollate, alle porte di Milano. I legali di Formigoni avevano però presentato subito richiesta di sospensione dell'ordine di carcerazione chiedendo per il loro assistito, che a marzo compirà 72 anni, la detenzione domiciliare. Il pg ha rigettato l'istanza trasmettendo il rifiuto alla Corte d'appello che dovrà adesso esprimersi sulla richiesta degli avvocati di Formigoni.
Perché Formigoni è in carcere
Roberto Formigoni è in carcere per via della nuova legge anti corruzione approvata dal governo, al cosiddetta Spazzacorrotti. Tra le novità delle legge vi è infatti quella di non prevedere, per chi si macchia del reato di corruzione, misure detentive alternative al carcere. I legali dell'ex governatore hanno però presentato ricorso perché ritengono che la Spazzacorrotti non possa avere valore retroattivo (è stata approvata dopo i fatti per cui Formigoni è stato condannato) e soprattutto per via dell'età del loro assistito. Negli scorsi giorni voci dalla procura generale avevano già preventivato la contrarietà del sostituto procuratore generale alla richiesta dei legali di Formigoni.