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Formigoni in carcere, la procura generale di Milano contraria ai domiciliari

Roberto Formigoni rischia di rimanere a lungo in carcere a Bollate, dove si è presentato stamattina dopo la condanna definitiva per corruzione arrivata ieri in Cassazione. L’ex governatore della Lombardia è finito in carcere per via della cosiddetta “legge spazzacorrotti”, approvata a gennaio dal governo. Ma gli avvocati hanno già chiesto che Formigoni, quasi 72enne, possa scontare la pena ai domiciliari. Una richiesta a cui però la procura generale è intenzionata a opporsi.
A cura di Francesco Loiacono
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Roberto Formigoni resterà in carcere a Bollate, nell'hinterland di Milano, almeno per i prossimi giorni. E rischia di rimanervi a lungo: stando a quanto trapela dal tribunale, difatti, la procura generale di Milano è contraria alla possibilità che l'ex governatore della Lombardia possa scontare la pena definitiva inflittagli ieri dalla Cassazione ai domiciliari. Formigoni è stato condannato a cinque anni e dieci mesi per corruzione nell'ambito del processo Maugeri-San Raffaele: ha ottenuto "utilità" (vacanze in yacht e ville, cene e altro) quantificate in oltre sei milioni di euro in cambio di delibere favorevoli alla Fondazione Maugeri e all'ospedale San Raffaele di Milano, che in questa maniera hanno beneficiato di rimborsi milionari non dovuti.

Nei prossimi giorni i giudici decideranno sull'eventuale scarcerazione

Questa mattina il quasi 72enne ex governatore della Lombardia (di cui è stato Presidente per 18 anni) si è presentato spontaneamente nel carcere di Bollate. Formigoni è finito nel penitenziario per via della cosiddetta "legge Spazzacorrotti", secondo cui per il reato di corruzione non sono possibili misure alternative al carcere. Ma i legali dell'ex Celeste hanno presentato già oggi la richiesta di sospensione della pena (divenuta esecutiva da stamane dopo che la sentenza della Cassazione è stata trasmessa a Milano) e hanno chiesto che Formigoni possa scontare la condanna ai domiciliari, dal momento che ha superato i 70 anni di età. Secondo gli avvocati di Formigoni, inoltre, la legge "Spazzacorrotti" non si può applicare retroattivamente: i fatti contestati a Formigoni riguardano gli anni 1997-2011 e l'inchiesta è partita nel 2014. La legge anticorruzione "Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici", è del 9 gennaio 2019.

Di parere diverso la procura generale: il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna trasmetterà parere negativo alle richieste dei legali di Formigoni. Nei prossimi giorni verrà fissata un'udienza nel corso della quale si confronteranno le istanze delle due parti e solo in seguito verrà presa una decisione sulla possibile scarcerazione di Formigoni che, nel frattempo, resta in carcere, per la gioia dei tanti che hanno esultato dopo la sua condanna.

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