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Cassazione, Roberto Formigoni andrà in carcere: condannato a 5 anni e dieci mesi

La Corte di Cassazione ha condannato Roberto Formigoni a 5 anni e 10 mesi. L’ex governatore della Lombardia, imputato nell’ambito del processo Maugeri, in appello era stato condannato al massimo della pena: sette anni e mezzo e l’interdizione a vita dai pubblici uffici. I suoi legali avevano presentato ricorso davanti alla Suprema corte.
A cura di Francesco Loiacono
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Roberto Formigoni (Archivio LaPresse)
Roberto Formigoni (Archivio LaPresse)

La Corte di Cassazione ha condannato Roberto Formigoni a 5 anni e 10 mesi. Il 71enne ex governatore della Lombardia era imputato per corruzione nell'ambito del processo Maugeri. In appello era stato condannato al massimo della pena, sette anni e mezzo e all'interdizione a vita dai pubblici uffici. I suoi legali avevano presentato ricorso in Cassazione. Oggi l'udienza davanti alla quinta sezione penale della Suprema corte al termine di una vicenda processuale iniziata nel marzo 2014. Nella sua requisitoria il procuratore generale della Cassazione, Luigi Birritteri aveva chiesto di confermare la condanna a Formigoni e di non concedergli sconti di pena. La condanna definitiva per Formigoni è più bassa rispetto a quella decisa in appello (7 anni e 6 mesi). Questo perché è stato dichiarato prescritto il capo di imputazione di corruzione relativo al crac del San Raffaele.

Formigoni andrà in carcere

Adesso, nonostante il lieve sconto di pena, per l'ex Celeste si apriranno le porte del carcere: lo prevede la recente legge "Spazzacorrotti" voluta dal MoVimento 5 stelle. Solo in seguito, considerando la sua età, Formigoni potrebbe chiedere i domiciliari. Il riconoscimento del reato di corruzione, infatti, non prevede misure detentive alternative al carcere. Quando il dispositivo della sentenza verrà trasmesso, il sostituto pg Antonio Lamanna, emetterà l'ordine di esecuzione della pena, che verrà immediatamente eseguito, a meno che l'ex governatore non si costituisca spontaneamente. Il tutto potrebbe avvenire già nella giornata di domani.

L'inchiesta: utilità milionarie in cambio di delibere

Secondo gli inquirenti, tra il 1997 e il 2011 Formigoni, in qualità di presidente della Regione Lombardia, avrebbe favorito la Fondazione Maugeri di Pavia (ente che gestisce delle strutture di cura private) e l'ospedale San Raffaele di Milano (quello fondato da don Verzè) attraverso delibere di giunta che avrebbero garantito alle due strutture rimborsi non dovuti per circa 200 milioni di euro. In cambio Formigoni avrebbe ricevuto "utilità" quantificate in oltre 6,6 milioni di euro e consistenti in vacanze di lusso in yacht e ville, cene e regali. Per finanziare queste utilità sarebbero stati utilizzati parte dei fondi neri, circa 61 milioni di euro, usciti dalle casse della Fondazione e poi transitati dai conti di alcune società di proprietà degli imprenditori Pierangelo Daccò e Antonio Simone che hanno patteggiato in appello.

Dal rinvio a giudizio sono passati cinque anni

Formigoni era stato rinviato a giudizio nel marzo del 2014 con le accuse di associazione per delinquere e corruzione. A dicembre del 2016 era stato condannato a sei anni di reclusione per la sola accusa di corruzione mentre era stato assolto dall'imputazione di associazione a delinquere. In appello, nel settembre 2018, la condanna per l'Ex Celeste era aumentata a sette anni e mezzo di reclusione con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Formigoni si è sempre proclamato innocente sostenendo che le presunte utilità ricevute fossero semplici regali da parte di amici facoltosi.

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