Fontana: “A Bergamo i militari erano pronti per la zona rossa, poi il governo ci ha ripensato”
In un'intervista al quotidiano "La Verità" il governatore della Lombardia Attilio Fontana è tornato sulla mancata istituzione di una zona rossa nella Bergamasca, uno dei mancati provvedimenti che potrebbero – lo si capirà bene probabilmente solo una volta che la pandemia di Coronavirus sarà passata – aver contribuito all'ampia diffusione di contagi e morti nella zona. "Quando hanno detto no alla chiusura dei comuni della Bergamasca non ho perso la pazienza perché sembrava che volessero la zona rossa per tutta la regione", ha detto Fontana al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, spiegando che sia i tecnici lombardi sia quelli di Palazzo Chigi "ritenevano valida la richiesta", che d'altronde a Codogno e nella zona del Lodigiano (dove i comuni completamente isolati sono stati 10, per due settimane) aveva dato risultati molto positivi. "C’è stato un sì-no, sì-no per due o tre giorni, poi si è deciso per la zona arancione, e cioè protetta, in tutta la Lombardia. Niente zona rossa su Bergamo".
Il governatore: Non potevo fare la zona rossa perché non ho la competenza
Sul tema della mancata zona rossa nella Bergamasca in tanti si sono chiesti perché Fontana, come altri presidenti di Regione (in Campania o Emilia-Romagna), non abbia agito di sua iniziativa senza attendere la decisione, che poi non c'è stata, del governo: "Non potevo fare la zona rossa perché non ho la competenza – ha precisato il governatore nell'intervista – ma anche se avessi fatto un provvedimento ai limiti della legittimità, come lo facevo eseguire? Non ho a disposizione polizia, esercito e carabinieri per far rispettare una zona rossa così vasta". Fontana ha poi detto di essere stato "colto di sorpresa", in quanto era convinto che il provvedimento ci sarebbe stato: "Mi arrivavano telefonate dal territorio, c’erano molti militari che alloggiavano negli alberghi lì attorno quindi ero praticamente convinto che ci sarebbe stato il provvedimento. Forse erano lì per quello, ma poi qualcuno ha dato disposizioni diverse", ha detto il leghista, lanciando una nuova frecciata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il quale ormai dall'inizio dell'emergenza gli scambi a distanza sono frequenti.