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Expo, Sala prosciolto dalle accuse di abuso d’ufficio: “Nessuna violazione di legge”

“Nessuna delle violazioni di legge indicate dall’accusa ha trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto”. Così ha scritto il giudice per l’udienza preliminare di Milano, Giovanna Campanile, nelle motivazioni della sentenza con cui ha prosciolto dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio l’ex commissario unico di Expo Beppe Sala e l’ex manager della stessa società Angelo Paris. L’attuale sindaco di Milano era accusato di aver violato la legge affidando in maniera diretta a un’azienda il bando per la fornitura di alberi per il sito espositivo.
A cura di Francesco Loiacono
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L'attuale sindaco di Milano, Beppe Sala, ai tempi in cui era commissario unico di Expo
L'attuale sindaco di Milano, Beppe Sala, ai tempi in cui era commissario unico di Expo

Sono state pubblicate le motivazioni della sentenza con la quale il giudice per l'udienza preliminare di Milano, Giovanna Campanile, ha prosciolto Beppe Sala e Angelo Paris dall'accusa di concorso in abuso d'ufficio: "Nessuna delle violazioni di legge indicate dall'accusa ha trovato conferma alla luce di valutazioni in punto di diritto o di fatto", ha scritto il gup, aggiungendo che non si può ravvisare alcuna violazione perché l'operato di Giuseppe Sala "ha trovato pieno riscontro nelle determinazioni del Cda" di Expo. All'epoca dei fatti contestati Sala era infatti commissario unico e amministratore delegato della società Expo Spa, mentre Angelo Paris era manager nella stessa società. Secondo la procura generale, che aveva avocato a sé l'indagine per cui inizialmente la procura della Repubblica aveva chiesto l'archiviazione, Sala e Paris avevano provocato alla società Expo Spa un grave danno economico assegnando in maniera diretta, quindi senza bando, l'appalto per la fornitura del verde per il sito espositivo di Rho-Pero, che da maggio a ottobre del 2015 ospitò l'Esposizione universale.

Sala è a processo per falso: il 7 giugno la prima udienza

L'appalto, da 4,3 milioni di euro, riguardava la fornitura di seimila alberi che alla fine fu assegnata alla ditta Mantovani Spa. Secondo il gup Campanile, che aveva prosciolto Sala e Paris lo scorso 29 marzo, "è, quindi, assolutamente chiaro che il dottor Sala sarebbe pervenuto alla stipula dell'atto aggiuntivo (…) a mezzo di negoziazione diretta" e "a fronte di questo il Cda non solo non ha espresso ragioni di opposizione ma ‘ha considerato favorevolmente le misure illustrate'" per garantire "il rispetto dei tempi di lavorazione". Per questo motivo, ha scritto il giudice, "non si ritiene utile l'esperimento della fase dibattimentale che nulla potrebbe aggiungere o immutare in queste conclusioni, data la completezza delle indagini, che induce ad escludere l'emersione di nuovi e contrari elementi di prova". L'attuale sindaco di Milano resta imputato in un altro filone dell'inchiesta sulle presunte irregolarità durante l'Expo: Sala, sempre in qualità di ad e commissario unico della manifestazione, comparirà a processo il prossimo 7 giugno e dovrà rispondere delle accuse di falso ideologico e materiale per aver retrodatato, secondo l'accusa, le nomine di due commissari del bando di gara della Piastra dei servizi, l'appalto più importante dell'Expo.

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