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Expo 2015, Slow food: “Sono venuti tutti a vendere”. McDonald’s: “Retorica terzomondista”

Il fondatore di Slow food Carlo Petrini critica l’Expo: “Pochi contenuti, sono tutti venuti a vendere”. Su McDonald’s: “Vende il tramezzino a 1,20 euro, che carne utilizza? Se uso pane ben fatto e carne ben allevata non posso vendere a 1,20 e passo per un ladro”. La replica: “Triste pensare che Slow food debba ancora opporsi a McDonald’s per darsi un’identità”.
A cura di Francesco Loiacono
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Continua l'aspra polemica sulla presenza di multinazionali del cibo all'Expo di Milano. Ad alimentarla, ultimo in ordine di tempo, è stato il fondatore di Slow food Carlo Petrini, presente all'Esposizione universale ma poco contento di come stia procedendo la manifestazione. In un'intervista al Corriere della sera Petrini spiega il perché: "Sono tutti venuti a vendere. Tanti padiglioni, pochi contenuti. Mi sarebbe piaciuto invece che Expo 2015 fosse un’agorà nella quale le varie scuole di pensiero potessero confrontarsi sulle contraddizioni del sistema alimentare. Possono stare assieme l’agricoltura industrializzata e quella di piccola taglia? Sono portato a pensare di no". Il bersaglio di Petrini è essenzialmente il colosso dei fast food McDonald's, che di Expo è sponsor ufficiale e, complice anche il prezzo elevato degli altri padiglioni, finisce con l'essere il luogo in cui è più conveniente mangiare. Ma sui prezzi di McDonald's Petrini ha un'idea ben precisa: "McDonald’s vende il tramezzino a 1,20 euro, costa poco. Che carne utilizza? Se uso pane ben fatto e carne ben allevata non posso vendere a 1,20 e passo per un ladro. Ma uso carne chianina e vitello piemontese e non vacche stremate da anni di mungitura che poi diventano hamburger".

McDonald's: "Retorica terzomondista"

La catena di fast food non ha però gradito l'attacco di Petrini, e ha risposto con una dura nota: "Ci domandiamo perché chi proclama l’importanza della biodiversità non accetti poi l’idea della diversità dell’offerta e soprattutto non dimostri rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone", scrive la multinazionale, che prosegue: "Quella di Petrini è retorica terzomondista". McDonald's definisce poi "immenso, triste e poco frequentato" il padiglione di Slow food, sulla cui posizione ha polemizzato anche lo stesso Petrini: "Ci hanno messo in un angolo a 1,8 km dall’ingresso. Gli organizzatori mi avevano detto che saremmo stati vicini a un’entrata importante. È vero: ci sono 35 tornelli, ma sono vuoti".

"Noi siamo soddisfatti e orgogliosi di servire in Expo 6000 pasti giornalieri di qualità e a un prezzo accessibile, con ingredienti che provengono dagli agricoltori italiani", prosegue McDonald’s nella sua nota: "Crediamo che chi è in Expo debba accettare l’idea di non essere l’unico detentore della verità, superando contrapposizioni che erano già vecchie trent’anni fa. Slow Food oggi è una grande realtà internazionale, una specie di multinazionale: è triste pensare che abbia ancora bisogno di opporsi a McDonald’s per darsi un’identità. Non meno importante sottolineare che siamo presenti in Expo dopo aver partecipato a un regolare bando pubblico, mentre – a quanto si legge sui giornali – per altri filosofi del cibo che dispensano giudizi non è stato necessario partecipare a nessuna gara". Riferimento neanche troppo velato al fondatore di Eataly, Oscar Farinetti, arrivato a Expo per chiamata diretta.

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