Sono 53 i padiglioni espositivi in realizzazione per Expo 2015, “una cifra record nella storia delle esposizioni universali, mai si è superato il numero cinquanta. E più padiglioni vuol dire più lavoro per il territorio” ha dichiarato a Palazzo Marino in commissione Expo il commissario unico Giuseppe Sala. Ancora il cantiere è terra e lastre di ferro, ma i vertici dicono che ce la faranno in tempo per l’inaugurazione del primo maggio. Un’esposizione universale, quella che interesserà Milano per sei mesi fino ad ottobre 2015, per cui è previsto un reclutamento di oltre 18.500 volontari. “I volontari in questi eventi ci sono sempre stati, è naturale. Se 20 milioni di persone verranno in visita, evidentemente queste persone andranno gestite”, afferma Sala. Diciottomila e cinquecento volontari che per almeno cinque ore al giorno mediamente per due settimane a testa ruoteranno nelle 475 opportunità di lavoro gratuito svolgendo mansioni equivalenti a quelle normalmente affidate a lavoratori retribuiti, come hostess e guide turistiche.
Intanto in rete si diffonde la campagna ‘Io non lavoro gratis per Expo’ promossa dal centro sociale SOS Fornace di Rho che attacca: “La verità è che con la scusa delle finalità filantropiche di Expo 2015 si introduce una forma di sfruttamento del lavoro, neanche a basso costo, ma addirittura gratuito", si legge in un comunicato.
Sala, Expo 2015 è stato presentato alla città e all’Italia intera come evento salvifico tra le altre cose per far fronte al dramma del lavoro giovanile. Poi però ci ritroviamo con un’offerta di impiego gratuita per più di 18mila volontari a costo zero. Non è un’incongruenza?
“Ci si sofferma sul fatto che stiamo reclutando volontari, ma non siamo i primi. Volontari ci sono stati a Londra e a Torino per le Olimpiadi invernali. Quello che non si riesce a vedere invece è l’indotto. Perché è sull’indotto che è chiaro che il turismo si sviluppa. Sull’indotto ci saranno molti più camerieri, molte più persone che lavoreranno negli hotel, molte più persone che lavoreranno nella ricettività. È abbastanza naturale. Sarà difficile calcolare, ma ripeto, se venti milioni di persone verranno in visita evidentemente queste venti milioni di persone andranno gestite”.
Quindi lei crede che l’indotto sarà – anche – posteriore ai sei mesi di esposizione?
“Normalmente se guardiamo l’esempio di Torino c’è stato un trascinamento per gli anni successivi e dal 2006 il frutto turistico a Torino è stato decisamente più importante rispetto agli anni precedenti. Torino ovviamente è una città che stava virando da una città industriale a una città molto più attenta anche al turismo e al piacere della vista. Quindi sicuramente sono state importanti per loro le Olimpiadi”.
Una volta terminata Expo, però, il sito espositivo dovrà essere smantellato. Che ne sarà dei padiglioni?
“Per giugno 2016 riconsegneremo l’area come l’abbiamo trovata, ad eccezione del padiglione Italia che rimarrà sul sito di Rho Fiera a futura memoria. Poi, per quanto riguarda i padiglioni stranieri, ciascuna nazione è libera di dire: se il mio padiglione lo volete, io mi risparmio i costi di smantellamento e lascio qualcosa di tangibile come immagine. I paesi che hanno la disponibilità di lasciare il padiglione lo possono fare, ma tutto dipende dal singolo. Ed sarà Arexpo (società partecipata da Regione Lombardia, Comune Milano, Fondazione Fiera, Provincia, Comune di Rho, ndr.) – a decidere se il padiglione può rimanere sull’area o meno”.
Quindi, già a lavori non finiti, prevedete il pienone. Perché i lavori, in loco, non sono ancora terminati.
“Non misureremo giornalmente la gente che entra, ma staremo ben attenti a bilanciare i visitatori: ad esempio controlleremo il flusso delle visite scolastiche per evitare il sovraffollamento. La valutazione finale sarà a posteriori, ma la cosa certa è che ad oggi ciò che poteva essere fatto è stato fatto. In totale i biglietti venduti sono 8milioni, di cui 5 all’estero e 3 in Italia. Attualmente in cantiere lavorano 3.500 operai al giorno, e nella fase operativa del semestre maggio-ottobre il numero complessivo sarà di 13mila in gestione diurna e notturna con apertura dei cancelli alle 10 di mattina, ultimo ingresso alle 20 e chiusura alle 23”.
Il commissario unico Giuseppe Sala, che oggi è Roma a Palazzo Chigi con il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali nel governo Renzi Dario Franceschini a presentare ‘i Mille eventi’, calendario di iniziative turistiche da proporre per Expo a fianco del settore alimentare, spiega che anche gli studenti universitari usufruiranno della riduzione sul biglietto di ingresso all’esposizione come i colleghi più giovani delle scuole elementari, medie e superiori: 10 euro invece che i 32 normalmente richiesti: “Ho parlato con alcuni rettori di atenei ed è stato deciso, per evitare il rischio contraffazione come stava già accadendo in Cina, di vendere in blocco i biglietti alle università, e poi saranno le università a venderli agli studenti”.
Tutto pronto per Expo 2015. Mancano ‘solo’ i padiglioni.