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Esondazioni Seveso, ammesso ricorso contro la vasca di laminazione: “Rischiamo di perdere anni”

La Corte di Cassazione ha dato ragione al Comune di Bresso e ammesso il suo ricorso contro la realizzazione della vasca di laminazione del Seveso, opera attesa da anni per risolvere il problema delle piene che periodicamente allagano i quartieri a nord di Milano. Ora ripartirà da capo l’iter giudiziario, con il rischio di tempi infiniti per l’avvio dell’opera. “Rischiamo di perdere diversi anni”, ha denunciato l’assessore milanese all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran.
A cura di Simone Gorla
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Una delle ultime esondazioni del Seveso a Milano
Una delle ultime esondazioni del Seveso a Milano

Un nuovo ricorso, un ulteriore iter giudiziario da affrontare, tempi che ora rischiano di diventare davvero incalcolabili per la realizzazione della vasca di laminazione del fiume Seveso, l'opera attesa da anni che permetterebbe di risolvere il problema delle piene che periodicamente inondano i quartieri a nord di Milano. In forte dubbio la previsione del sindaco Beppe Sala, che pochi giorni fa aveva promesso: "Il problema delle esondazioni del Seveso sarà risolto nel 2023"

Seveso, ammesso il ricorso del Comune di Bresso: riparte l'iter giudiziario

La doccia fredda per i milanesi è arrivata dalla Corte di Cassazione che ha dato ragione al Comune di Bresso e ammesso il suo ricorso sulla ‘Via' (Valutazione di impatto ambientale) che era stato bocciato dal Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. In pratica i giudici della Cassazione hanno stabilito che l'amministrazione di Bresso ha il diritto di agire in tribunale per bloccare il lago artificiale da 250mila metri cubi in costruzione nella zona del Parco Nord. Un'azione legata ai dubbi per la salute dei residenti di un condominio adiacente alla futura vasca. Iter da rifare da capo, quindi, e tempi che si dilatano.

La frustrazione dell'assessore Maran: "Rischiamo di perdere anni"

"Rischiamo di perdere diversi anni", ha denunciato l'assessore milanese all'Urbanistica, Pierfrancesco Maran. "Non abbiamo perso nel merito", ha aggiunto perché "ora il Tar dovrà esprimersi se le obiezioni di Bresso, che quindi è titolato a far ricorso, sono fondate nella sostanza. Dopo il Tar ci sarà di nuovo, probabilmente, sul merito sia Consiglio di Stato che Cassazione". Ma se la questione è ancora aperta, il riavvio dell'iter significa uno stop indefinito ai lavori. "È una situazione frustrante per i cittadini che subiscono le esondazioni, ma vi garantisco lo è anche per noi che facciamo politica perché ci piacerebbe cambiare le cose", è lo sfogo di Maran.

"Per il Seveso abbiamo elaborato un piano, approvato e condiviso tra tutti gli enti, di vasche di laminazione che riducono drasticamente il rischio di esondazione", ha ricordato l'assessore, "il Comune di Milano, unico comune in Italia non essendo questo tema di competenza stretta comunale, ha contribuito con 20 milioni. Eppure da allora non è successo quasi nulla e oggi una nuova doccia fredda".

Granelli: Pensiamo ai cittadini, andiamo avanti con altri cantieri

"Noi pensiamo che ai cittadini, che da decine di anni vedono i loro quartieri allagati, dobbiamo dare risposte, e concrete", ha commentato anche l'assessore alla Mobilità, Marco Granelli, che da anni è in prima linea nella gestione dell'emergenza Seveso, spiegando che le operazioni per ridurre l'impatto delle piene non si fermano. "Milano vuole finalmente risolvere il problema delle esondazioni del Seveso e per questo sta procedendo insieme a Regione Aipo ed Mm a realizzare il piano delle vasche e di depurazione delle acque. Oggi abbiamo un cantiere aperto, e a breve riprenderà anche quello di Senago, e nel 2020 ne apriranno altri 4: in tutto 6 cantieri attivi nel 2020 per dare risposte".

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