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Donna uccisa in casa a Sesto con un levatorsoli: disposta la perizia psichiatrica per il figlio

Il pubblico ministero della procura di Monza, Alessandro Pepe, ha disposto la perizia psichiatrica nei confronti di Corrado, il 21enne accusato di aver ucciso lo scorso 23 aprile nella loro casa di Sesto San Giovanni, la mamma Lucia Benedetto. Il medico dovrà appurare se il giovane fosse o meno capace di intendere e di volere al momento dell’aggressione.
A cura di Chiara Ammendola
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Lucia Benedetto e il figlio Corrado
Lucia Benedetto e il figlio Corrado

Una perizia psichiatrica per Corrado B., il figlio di Lucia Benedetto, la donna di 49 anni trovata morta nella sua casa di Sesto San Giovanni lo scorso 23 aprile. Il 21enne che si trova in stato di fermo con l'accusa di aver ucciso la madre con un levatorsoli sarà dunque sottoposto a perizia così come disposto dal pubblico ministero della procura di Monza, Alessandro Pepe: è necessario accertare se il giovane che si è chiuso in un irremovibile silenzio dal giorno dell'arresto fosse o meno capace di intendere e di volere al momento dell'omicidio. Durante l'interrogatorio per la convalida del fermo, alla presenza del suo avvocato, nominato d'ufficio, Mario Tedesco, avrebbe risposto solo sì o no alle domande del giudice per le indagini preliminari, Cristina Di Censo. Il 21enne al momento si trova nel reparto psichiatrico Villa Serena dell’ospedale San Gerardo di Monza.

Corrado è ora ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale San Gerardo di Monza

Secondo una prima ricostruzione ipotizzata nel corso delle indagini, Corrado quel pomeriggio sarebbe stato vittima di un raptus di follia al termine di un litigio proprio con la madre. La donna infatti, preoccupata dagli atteggiamenti sempre più sospetti del figlio, aveva preso un appuntamento insieme al marito Girolamo, 55 anni, al Centro psicosociale della città per fargli iniziare un percorso di terapia psichiatrica. Decisione che il giovane non avrebbe accettato di buon grado. Secondo Lucia, Corrado era sempre più cupo, si isolava, spesso usciva sparendo per diverso tempo, come era accaduto il 9 aprile quando uscito di casa senza cellulare né soldi non aveva dato sue notizie. Spesso si accompagnava a una katana finta che portava in giro dopo gli anni che aveva trascorso ad allenarsi nelle arti marziali. Fumava molto, spesso marijuana. Un profilo quello di Corrado sul quale sono in corso le indagini degli investigatori per cercare di appurare cosa sia accaduto davvero quel terribile pomeriggio a Sesto San Giovanni.

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