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Disastro ferroviario a Pioltello, nel Milanese

Disastro ferroviario di Pioltello, nel mirino la scarsa manutenzione: l’ipotesi di nuovi indagati

Potrebbe allungarsi l’elenco delle persone indagate per il disastro ferroviario di Pioltello, alle porte di Milano, del 25 gennaio 2018. La procura di Milano, che indaga per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo ha infatti chiesto a Rfi l’elenco di tutti coloro che si sono occupati della manutenzione della tratta in cui è avvenuto il deragliamento del treno regionale Cremona-Milano, costato la vita a tre donne. Nel mirino degli inquirenti proprio la scarsa manutenzione di quel tratto di binari.
A cura di Francesco Loiacono
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A oltre un anno dal disastro ferroviario di Pioltello le indagini su quanto avvenuto il 25 gennaio del 2018 non sono ancora chiuse. E, anzi, potrebbero allargarsi ad altri indagati. Stando a quanto trapela dalla procura, infatti, i magistrati che indagano sul deragliamento costato la vita a tre persone (Ida Milanesi, Giuseppina Pirri e Pierangela Tadini) e il ferimento di una quarantina di pendolari avrebbero chiesto a Rete ferroviaria italiana (Rfi), società che si occupa delle infrastrutture ferroviarie, l'organigramma del settore che si occupa della manutenzione della tratta in cui è avvenuto il grave incidente che ha coinvolto il treno regionale Trenord 10452 Cremona-Milano. Una mossa che potrebbe essere propedeutica all'iscrizione di altre persone nel registro degli indagati. Al momento, nell'inchiesta coordinata dal procuratore Tiziana Siciliano e dai pubblici ministeri Maura Ripamonti e Leonardo Lesti figurano indagati con l'accusa di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo due manager e quattro tecnici di Rfi e due manager di Trenord (azienda partecipata dalla Regione Lombardia che gestisce il trasporto ferroviario regionale), oltre alle due stesse aziende.

Si va verso una proroga delle indagini

È proprio la manutenzione, naturalmente la scarsa manutenzione, nel mirino degli inquirenti. E questo era apparso chiaro fin dai giorni successivi alla tragedia. Nel cosiddetto "punto zero", cioè il punto in cui al passaggio del terzo vagone del convoglio un giunto difettoso cedette provocando il distaccamento di un pezzo di rotaia lungo 23 centimetri, da mesi era stata segnalata usura: addirittura da novembre 2017. L'intervento di sostituzione era però stato programmato con tempi lunghi e nel frattempo sotto al giunto, come rimedio tampone, era stata posizionata una zeppa che doveva sostenerlo. Una prima consulenza frutto di accertamenti irripetibili sulle rotaie, depositata a dicembre, aveva messo in luce come inoltre anche il giunto gemello di quello che cedette presentasse una frattura antecedente al deragliamento. Adesso, entro la fine di febbraio, si attende il deposito della super consulenza degli esperti incaricati dai pubblici ministeri. È comunque probabile che gli inquirenti chiederanno una proroga delle indagini, soprattutto se davvero dovessero esserci nuovi indagati.

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