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Disabili, in Lombardia migliaia di famiglie col fiato sospeso: “Due settimane per annullare i tagli”

Due settimane di tempo per annullare i tagli e riscrivere una delibera che rischia di mettere in ginocchio migliaia di famiglie. In Lombardia i caregiver, genitori e parenti che assistono persone disabili, sono da giorni col fiato sospeso. Tra loro c’è Marco Capelli, 58enne lecchese, che da dieci anni assiste la moglie malata di Sla, che non nasconde la sua amarezza: “Solo pensare un taglio di questo tipo significa non avere una coscienza. Le famiglie si stanno dissanguando”. Se la norma non sarà modificata entro il primo febbraio, come chiesto da una mozione del Pd passata in Consiglio regionale anche con i voti della maggioranza, rischiano di vedersi ridotto di un terzo il sostegno economico da parte della Regione. “È tutto sotto controllo, abbiamo contezza di tutte le situazioni e non ci saranno interruzioni”, ha dichiarato a Fanpage.it l’assessore regionale al Welfare, Stefano Bolognini.
A cura di Simone Gorla
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"Solo pensare un taglio di questo tipo significa non avere una coscienza. Le famiglie si stanno dissanguando". Marco Capelli ha 58 anni, vive a Pescate in provincia di lecco. È in pensione e dedica tutto il suo tempo alla cura della moglie Rosy, da dieci anni malata di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica). Le sue giornate iniziano alle 3 di mattina e finiscono a mezzanotte. "Quando mio figlio non lavora e mi dà il cambio, così riesco a rilassarmi qualche ora e dedicarmi alla mia passione, la fotografia. Per il resto del tempo sono al suo fianco", ha raccontato a Fanpage.it. "Nel 2018 ricevevo mille euro, che già erano pochi per chi, come noi, avrebbe bisogno dell'assistenza fissa di due badanti. Poi sono diventati 900 euro l'anno successivo. L'idea di tagliare a 400 euro al mese è semplicemente inciviltà. È vergognoso. Nel resto d'Europa i caregiver sono tutelati. Qui invece è lo Stato che si appoggia su di me".

L'assessore regionale Bolognini: Tutto sotto controllo, non ci saranno interruzioni

Sono migliaia le persone col fiato sospeso. In Lombardia i caregiver (termine usato per indicare i familiari che assistono un loro congiunto malato o disabile) attendono di scoprire se dal primo febbraio si vedranno tagliati di un terzo i contribuiti da parte di Regione Lombardia, come previsto da una delibera firmata dalla giunta di Attilio Fontana prima di Natale, o se il tiro sarà aggiustato, come chiesto da una mozione del Pd passata in Consiglio regionale anche con i voti di parte della maggioranza. "È tutto sotto controllo, abbiamo contezza di tutte le situazioni e non ci saranno interruzioni", ha assicurato l'assessore regionale al Welfare, Stefano Bolognini, contattato da Fanpage.it. "Le modifiche in corso d'opera sono un po' faticose dal punto di vista burocratico", ha sottolineato l'esponente leghista, "oggi c'è stata una riunione tecnica, c'è ancora qualche dettaglio da chiarire su modalità e tempistiche. Continueremo a lavorarci la settimana prossima e avremo qualche elemento in più. Ribadisco che è tutto sotto controllo".

I timori dei caregiver: Non lasciateci soli

La revisione della delibera non è ancora all'ordine del giorno della prossima riunione di giunta. Restano due settimane per rivedere i tagli prima che dal 1 febbraio i contributi mensili minimi scendano da 600 e 400 euro per famiglia. Un'ipotesi che a parole tutti in Regione vorrebbero scongiurare, ma resta poco tempo. "Io ero pronto al peggio e proverò a resistere. Ma non ci devono lasciare soli", commenta Marco Capelli, senza nascondere il timore per il futuro. "Mia moglie è ormai allettata da 6 anni e mezzo. Vive per i suoi figli, aspetta il loro bacio la mattina. Si accontenta di queste piccole cose che la fanno stare bene. Non vorrei mai essere costretto ad affidarla a una clinica. Ma io sono un essere umano e ho i miei acciacchi. Io e i miei due figli ci dobbiamo arrangiare da soli, non abbiamo nessuno. Se io sto male chi si occupa di mia moglie?".

Marco Capelli e sua moglie Rosy
Marco Capelli e sua moglie Rosy

La delibera contestata

"L'assistenza è già ora insufficiente per una disabile gravissima. Due interventi a settimana dell'infermiera, una volta per cambiare il sondino e la seconda solo per controllare", spiega Capelli. "Cosa farei con 400 euro? Non ci compro nemmeno lo stretto indispensabile. Ma io ho il mio orgoglio, mi viene voglia di dirgli ‘teneteveli pure'". La delibera contestata, approvata il 23 di dicembre, prendeva atto dell’aumento delle risorse stanziate dal governo per le politiche regionali in favore dei disabili (da 71 a 91 milioni per il 2020), ma modificava le misure minime per i disabili gravissimi (B1) a partire dal mese di febbraio. Contestate anche l'introduzione di una soglia di reddito Isee di 50mila euro per la percezione del contributo (65mila in caso il beneficiario sia minorenne). La quota aggiuntiva di 500 euro in caso di assunzione di un caregiver era invece vincolata ad un orario settimanale di servizio non inferiore alle 40 ore.

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