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Desirée Piovanelli, procura chiede archiviazione: “Ipotesi mandante si fonda solo su voci di paese”

È stata motivata da 17 pagine allegate dal sostituto procuratore Barbara Benzi la richiesta di archiviazione dell’inchiesta bis sull’omicidio della 14enne Desirée Piovanelli uccisa a coltellate nel settembre del 2002. Secondo quanto emerge dalle motivazioni gli elementi che hanno portati all’apertura dell’indagine nell’estate del 2018 non avrebbero fondamento e sarebbero basate principalmente solo su voci di paese.
A cura di Chiara Ammendola
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Desirée Piovanelli
Desirée Piovanelli

Non ci sarebbero elementi concreti per arrivare a un secondo processo secondo la procura di Brescia che quasi due anni fa ha aperto un fascicolo d'inchiesta sulla morte di Desirée Piovanelli, la 14enne uccisa a Leno nel settembre 2002. Per quell'omicidio che sconvolse la piccola comunità del Bresciano furono condannati in via definitiva Giovanni Erra, all'epoca dei fatti l'unico adulto, a 30 anni, e tre ragazzi, tutti minorenni, Nicola Bertocchi a 18 anni, Nicola Vavassori a 15 anni e Mattia Franco a 10 anni. Questi ultimi hanno già pagato il loro debito con la giustizia mentre Erra è ancora in carcere a Bollate dove dovrà trascorrere ancora 13 anni.

Interrogati Giovanni Erra e uno dei minori condannati per l'omicidio

Il sostituto procuratore, nelle 17 pagine di richiesta di archiviazione, secondo quanto riportato dal GiornalediBrescia, spiega che i motivi che hanno portato all'apertura di un'inchiesta bis trovino fondamento solo nelle voci di paese: "È convinzione di chi scrive che quanto descritto abbia trovato fondamento esclusivamente nelle opinioni diffuse dei cittadini di Leno – si legge nelle motivazioni – comunità in cui in pochi anni si sono verificati fatti gravissimi, nonché in alcune gravi contrapposizioni esistenti fin da epoca precedente tra alcuni residenti". Quasi due anni fa ormai, nell'estate del 2018, il padre di Desirée, Maurizio Piovanelli, presentò un esposto in procura a Brescia sostenendo che dietro l’omicidio della figlia ci fosse un giro di pedofilia ed un mandate ancora libero. In questi due anni sono stati ascoltati diversi testimoni, tra i quali lo stesso Giovanni Erra, che ha chiesto a sua volta una revisione del processo, anche uno dei tre minori condannati per l'omicidio. I due però non avevano forniti nuovi elementi rispetto a quelli emersi durante il primo processo, mentre lo sconosciuto imprenditore con dettagli e approfondimenti aveva parlato di un vero e proprio giro di droga, festini a luci rosse e pedofilia nel quale sarebbero state coinvolte diverse persone a Leno.

Inchiesta bis: minacce alla famiglia di Desirée Piovanelli

Ciò nonostante però per la procura non ci sarebbero elementi sufficienti a proseguire le indagini, da qui la richiesta di archiviazione. "Non ci fermiamo, andiamo avanti, presenteremo sicuramente opposizione", la reazione di Alessandro Pozzani, legale della famiglia di Piovanelli, che dall'inizio di questa nuova inchiesta è stata al centro di due diversi episodi di minacce. In un occasione il padre di Desirée ha trovato un fantoccio impiccato al cancello di casa a Leno, il giorno dopo primo interrogatorio dell'uomo, mentre solo lo scorso novembre alcuni cartelli contro lo stesso genitore sono comparsi in paese con la scritta: "Piovanelli Maurizio sei un miserabile burattino appeso ai fili dei burattinai di Leno".

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